GRILLINI

Bufera sul M5s, venti di scissione 

Due consigliere di Torino, Albano e Paoli, meditano di abbandonare la formazione pentastellata in Sala Rossa. Dirimente il voto sul "salva Salvini". Appelli all'unità di Sganga e Appendino. Tra le ipotesi la nascita di un gruppo autonomo di maggioranza

Extra Ecclesiam nulla salus. Sembra proprio rifarsi alla celebre massima latina la capogruppo del Movimento 5 stelle di Torino Valentina Sganga quando nel suo appello su facebook prova a scongiurare possibili nuove scissioni nella maggioranza pentastellata a Palazzo Civico. “Amici pensateci. Pensate se volete incanalare la vostra collera dentro una debolezza. La vostra collera dentro il nulla. Perché questo ci aspetta se non lavoreremo per preservare questa unicità. Non conteremo niente nel dibattito politico” è l’epilogo di un tortuoso ragionamento che s’inerpica sulla strada che porta alla trattazione di una singolare teoria, quella dell'unità della sinistra (“Questo per loro è normale - dice Sganga - non porta a nessuna diaspora tra i dirigenti, non è nemmeno oggetto di dibattito. Sono rimasti compatti”). Sulla coesione della sinistra negli ultimi anni e sull’assenza di diaspore e scissioni qualche dubbio si potrebbe avanzare, ma tant’è. Puntare il dito contro il nemico comune, in fondo, è sempre stata una strategia per ricompattare le truppe.

Non ci sono nomi ma tanti tag nel lungo post di Sganga. I destinatari hanno un’identità ben precisa: in primis Daniela Albano e Maura Paoli, le consigliere che più di tutti faticano a celare la propria delusione. Entrambe sono fiere No Tav e sanno che questo governo difficilmente bloccherà l’opera, entrambe hanno vissuto con enorme travaglio la nascita dell'esecutivo gialloverde, l’alleanza con la Lega e infine il salvataggio di Matteo Salvini da parte dei massimi dirigenti grillini attraverso un quesito controverso sulla piattaforma Rousseau, contestato pure da Beppe Grillo. “Non mi ha mai entusiasmato questa stupida alleanza con la Lega, anzi direi che nei giorni del contratto di governo ho sperato che un meteorite colpisse la Terra, ma ancora stimavo i nostri parlamentari” afferma la Paoli via social. E riguardo al Caso Diciotti lo considera “l’ultimo tassello di un puzzle che ormai da tempo si sta completando”. Vicende nazionali si mescolano a travagli locali. Per marcare la propria insofferenza, lunedì scorso hanno disertato il Consiglio comunale in cui sono stati approvati i nuovi patti parasociali di Iren.

Durante tutto il pomeriggio si sono accavallate voci diverse riguardo alla possibilità di un loro abbandono del gruppo M5s. “Sono in pausa di riflessione, gli ultimi avvenimenti sono stati davvero duri da digerire” dice Albano allo Spiffero. Oggi non si è fatta vedere a Palazzo Civico, dove invece si è presentata la Paoli. “Di quel gruppetto sono le uniche due che hanno le palle di prendere una decisione simile” afferma chi siede loro vicino sui banchi della maggioranza. Abbaiano senza mordere gli altri due dissidenti, Damiano Carretto e Marina Pollicino; mentre Viviana Ferrero, da quando ha ottenuto la carica di vicepresidente della Sala Rossa, ha assunto un profilo meno barricadero.

Al momento lo scenario più improbabile è una loro uscita dalla maggioranza, sulle orme dell’ex grillina Deborah Montalbano. Motivi politici e anche di incompatibilità personale, almeno con la Paoli, impediscono una saldatura. Tra le ipotesi al vaglio c’è quella di un gruppo di maggioranza autonomo, ma esterno dal Movimento 5 stelle. Che in linea di massima assicura la fiducia a Chiara Appendino ma si tiene  le mani libere: possibile ma farraginoso nelle procedure visto che la nascita di una nuova formazione nell'alveo della maggioranza dovrebbe ottenere il beneplacito di Appendino e della capogruppo Sganga.

Secondo rumors interni al firmamento pentastellato un drappello di dissidenti dovrebbe incontrarsi questa sera davanti a una birra per approfondire la situazione e decidere il da farsi. Le pressioni per evitare lo strappo non mancano: dagli interventi via social della Sganga alle dichiarazioni della stessa sindaca. Il confronto è esteso anche a esponenti di Palazzo Lascaris che in questi mesi hanno sostenuto e aiutato alcuni consiglieri. “Il Movimento è la nostra casa e spero che continui ad esserlo per tutti” afferma Appendino. “Comprendo molto bene - ha aggiunto - chi sta vivendo un momento  difficile, va rispettato. Che ci sia malessere è una cosa assolutamente normale e anche legittima. D’altra parte è stata una scelta votata, e capita che ogni tanto sei in maggioranza e ogni tanto in minoranza”. Appendino si è certa che “ad oggi la maggioranza non è a rischio, io sono molto tranquilla e continua a lavorare per il futuro della città”. Sempre più complesso anche il ruolo di ufficiale di collegamento tra la giunta e l’area movimentista dei Cinquestelle assunto dal vicesindaco Guido Montanari: “La maggioranza secondo me non rischia nulla” abbozza a margine dell’ultimo incontro su Torino 2030. “Credo che sia brutto pensare che degli amici se ne vadano. Io sono dell’idea che si devono valutare le cose con tranquillità. Certo - aggiunge - questo Governo può creare dei problemi, non a tutti piace, però io penso che se si sta in un gruppo, in un movimento, e per una volta il movimento fa qualcosa che non piace, non si esce, si fa una battaglia dentro e si vede”.

Di certo la figura di Appendino appare sempre più debole. Il “caso Torino” è approdato ieri sul tavolo dei vertici grillini. Tra loro e la sindaca è calato il gelo, la luna di miele è finita da un pezzo e mentre si sfilaccia il rapporto con i Cinquestelle, va a ramengo anche la liaison con i torinesi. Il tutto a pochi giorni da possibili nuove scosse giudiziarie che potrebbero investire il piano nobile di Palazzo Civico. Ad Appendino viene rimproverato il ruolo di barricadera, con bordate al governo nazionale – vedi il caso Diciotti – “salvo poi chiedere un occhio di riguardo per la sua Torino”. La tensione è alta e per provare a ricomporre il le tante fratture venerdì verrà a Torino un emissario da Roma, con ogni probabilità la sottosegretaria al Mef Laura Castelli, considerata molto vicina alla sindaca. Se non un commissariamento qualcosa di simile.

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