GRANDI OPERE

Mobilitazione generale per la Tav

La mozione votata ieri dal Parlamento con l’obiettivo di ridiscutere completamente il progetto sulla linea Tav ha prima di tutto nell’immediato un significato altamente simbolico (esattamente come lo era stata l’inutile delibera, dal lato degli effetti pratici, presa dal Consiglio Comunale di Torino). Fino a ieri si era sempre sostenuto che gli annunci e i provvedimenti di blocco fossero inutili e inefficaci in quanto qualsiasi modifica riguardante il progetto avrebbe dovuto subire un passaggio parlamentare a maggioranza, essendo la Tav approvata con una legge dello Stato; maggioranza che si pensava non ci fosse poiché in teoria tutte le forze politiche presenti in Parlamento (fatta eccezione ovviamente per i 5S e qualche caso isolato) si erano dichiarate favorevoli al progetto.

Ebbene da ieri si è aperta una strada piena di incognite e incertezze visto che si è scoperto che una parte del Parlamento favorevole alla rivisitazione dell’opera c’è ed è anche numericamente consistente, rivisitazione di cui non si conoscono né le modalità, né i tempi, né tantomeno quali saranno i risultati al di là di facili slogan gettati in pasto ai giornali per calmare le acque. A nostro modo di vedere saranno tempi duri per la Tav, con l’attuale situazione le speranze del Movimento 5 Stelle di poter contare qualcosa nella corsa elettorale per le elezioni regionali sono pari a zero e se a questo si aggiunge il disastroso mandato amministrativo della giunta Appendino con inevitabili ripercussioni nelle prossime elezioni comunali, ecco allora che anche senza fare un’analisi politica troppo approfondita si intuisce che per il Movimento il Piemonte, dato per perso, conta pressoché nulla nella gestione del potere territoriale e diventa sacrificabile in termini di consenso per portare avanti una battaglia allo stesso tempo ideologica e simbolica utile a rafforzarsi in altre Regioni, specialmente al Sud, con l’obiettivo di recuperare un elettorato prima illuso e poi tradito con false promesse da campagna elettorale (dal Tap all’Ilva).

La linea “Tav-Piemonte-Maginot” rappresenta lo strumento, in un momento di estrema difficoltà, per tentare di trattenere il consenso di quella parte di elettorato fatta da duri e puri, quelli del No a tutto sui quali il Movimento ha mosso i primi passi, difficile se non impossibile a questo punto pensare che ci possa essere una marcia indietro sul tema a meno di un auspicabile, a questo punto, cambio di Governo. Contro il declino di un intero territorio (sono in gioco posti di lavoro e interessi economici di un significativo numero di aziende) ieri si è alzato un forte grido di allarme, ci sono state dure prese di posizione da parte di tutti i rappresentanti delle categorie torinesi pronti a gesti di protesta molto significativi che potrebbero arrivare fino all’interruzione della produzione, una protesta quasi mai vista prima, gli amministratori delle regioni coinvolte (Piemonte, Lombardia, Veneto) si sono detti tutti disponibili a una mobilitazione comune a favore dell’opera e un Sindaco di una grande città nell’incontro con il suo omologo di Lione dichiarando l’opera fondamentale ha detto che farà di tutto per sostenerla, piccolo particolare si tratta del Sindaco di Milano, Beppe Sala, mentre quello di Torino era in giro per la città impegnata in non meglio specificate inaugurazioni. Poi ci si chiede perché Torino perda costantemente la sfida con Milano!

A questo punto occorre che tutte le forze sociali, produttive e politiche dei territori interessati, favorevoli all’opera, si mobilitino per far sentire forte la voce a favore di un futuro basato sul progresso infrastrutturale per il nostro territorio ponendo chiara e diretta una domanda all’altro partito di Governo: il no alla Tav con tutto quello che ne consegue val bene un Governo? Altrettanto chiara, definitiva e in tempi brevi ci si dovrebbe aspettare una risposta in modo che i cittadini possano esprimere il loro parere nelle prossime elezioni regionali.

*Guglielmo Del Pero - SiAmoTorino

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