VERSO IL VOTO

Chiamparino lancia il fanta referendum sulla Tav

Il governatore scrive a Salvini proponendo una consultazione contestuale alle elezioni regionali ed europee. Un quesito piuttosto farraginoso motivato da ragioni politiche, per tenere alta la guardia sulla Torino-Lione. Sperando di passare all'incasso nelle urne - DOCUMENTO

Un referendum che non si può chiamare referendum. Sarà protocollata subito e inviata nel pomeriggio la lettera con cui Sergio Chiamparino chiede a Matteo Salvini, in quanto ministro dell’Interno, di svolgere una consultazione sulla Tav il 26 maggio. La missiva è stata illustrata dal governatore alla giunta in una riunione “volante” che si è svolta stamani al termine del Consiglio regionale. Insomma, per il governatore del Piemonte il dibattito sulla Torino-Lione non è affatto concluso. La partita, nonostante lo sblocco dei bandi da parte di Telt, non è ancora vinta e di qui fino alle prossime elezioni regionali ed europee l’attenzione resta altissima. Si tratta, insomma, di una iniziativa dai connotati prettamente politici, in cui Chiamparino pare costretto ad adattarsi a quella mistificazione lessicale – dove i bandi vengono ribattezzati avvisi e si negano evidenza e realtà – che connota l’attuale stagione politica. 

Non si fida di questo governo Chiamparino (“Il fatto che si allunghi il brodo per altri sei mesi con questa spada di Damocle giustifica il fatto che la Tav resti un tema centrale della mia campagna elettorale”), ma dietro alla decisione di rilanciare con la consultazione popolare c’è indubbiamente una questione tattica: il candidato presidente del centrosinistra ritiene infatti che la grande opera tra Italia e Francia sia assurta ormai a emblema di una politica del fare che si contrappone a quella dello stallo incarnata dagli  sfibranti tira e molla in seno al governo gialloverde. In più, attorno all’opera si è manifestata una propensione alla mobilitazione che ha alla sua base il riscatto di un territorio che si sente umiliato e messo ai margini. Inoltre, con la Tav, Chiamparino conta di far presa su quel tessuto economico piemontese così tanto in sofferenza come testimoniano anche le ultime rilevazioni sulla produzione industriale che in Piemonte, nel quarto trimestre 2018, è calata mentre Lombardia e Veneto continuano a correre. Piccole imprese, studi professionali ma anche tanti lavoratori che nel supertreno vedono un’opportunità e non una minaccia Chiamparino spera si rivolgano a lui e per questo non può permettersi di far calare il silenzio per i prossimi due mesi e mezzo che ci separano dalle urne. Non solo: dal momento che i dubbi di illustri giuristi e avvocati si accavallano sulla possibilità effettiva di promuovere un referendum consultivo in contemporanea con europee e regionali, vuoi mettere la soddisfazione di farsi respingere tale istanza dal Viminale? Da quello stesso Salvini che dice di volerla a ogni costo quell’opera? E infatti a chi gli chiede come reagirebbe a un diniego, seppur fondato su solide basi giuridiche lui risponde: “Date le varie dichiarazioni di Savini, mi aspetterei una risposta positiva alla mia richiesta” pur precisando che “se non si può fare l’election day il 26 maggio di sicuro, perché io a differenza di altri ho rispetto per le istituzioni, non faremo una consultazione popolare in altra data, non faremo spendere 15 milioni ai piemontesi”. Tra le preoccupazioni di Chiamparino c'è anche la possibilità che, con le urne possano modificarsi gli equilibri politici a Strasburgo e con essi le priorità della Commissione.

“Nell'analizzare con preoccupazione la situazione di incertezza che si è venuta a generare intorno alla regolare esecuzione dei lavori di realizzazione del collegamento ferroviario e del rispetto degli accordi internazionali che vedono impegnata l’Italia - scrive il governatore - il Consiglio regionale del Piemonte mi ha dato incarico, con un ordine del giorno del 26 febbraio, di verificare la procedibilità di una consultazione popolare da effettuarsi ai sensi del nostro Statuto”. “A tal fine - scrive ancora – l’eventuale svolgimento della consultazione popolare nello stesso giorno delle imminenti consultazioni elettorali europee, regionali e amministrative, il prossimo 26 maggio, permetterebbe di ottenere la necessaria garanzia di regolarità e nel contempo di conseguire un significativo risparmio economico”. “Auspico che questa richiesta – aggiunge - possa trovare la sua piena condivisione”. Ora il cerino è acceso sulla scrivania del Viminale.

Qui la lettera di Chiamparino al ministro Salvini

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