Arte: Torino, aprirà al pubblico la casa-museo di Carol Rama

La casa-museo di Carol Rama, l'artista torinese scomparsa nel 2015, aprirà al pubblico entro la fine dell'anno. L'annuncio è stato dato oggi, nel corso di una conferenza stampa, a Palazzo Reale di Torino, da Pinuccia Sardi, presidente della Fondazione Sardi per l'arte e da Michele Carpano, presidente dell'Archivio Carol Rama. Proprio grazie all'impegno della Fondazione Sardi, la casa-museo di Carol Rama, situata in via Napione 15, nel centro di Torino, potrà aprirsi al pubblico consentendo di vedere gli arredi, gli oggetti, le opere dell'artista oltre alle fotografie, i pennelli, i colori che hanno accompagnato la sua intera esistenza, in una sorta di "installazione permanente" . "Il mio incontro con Carol Rama - ha ricordato Pinuccia Sardi - risale al 1975. All'epoca ero editore grafico ed acquistai un'opera di questa artista. Da allora il mio interesse per la sua attività è costantemente cresciuto fino a concretizzarsi in modo particolare quando, nel 2014, ho dato avvio alla Fondazione Sardi per l'Arte, il cui intento è la promozione dell'arte moderna e contemporanea favorendo il recupero di documenti ed archivi d'artista oltre alla produzione di opere d'arte e progetti curatoriali ed editoriali, in ambito nazionale ed internazionale". Da qui la decisione, anche in seguito alla decisione della Soprintendenza di sottoporre a vincolo casa-studio di Carol Rama, l'acquisto da pate della Fondazione Sardi e contestualmente la risoluzione di mettere i beni a disposizione, in comodato, all'Archivio Carol Rama, perché potessero essere conservati, valorizzati e fatti conoscere al meglio. Nata a Torino nel 1918 Carol Rama, ha iniziato giovanissima l'attività di pittrice senza alcuna formazione accademica ma sostenuta da importanti incontri, tra i quali quello con Felice Casorati e con il poeta Edoardo Sanguineti. Nel 2003 le è stato conferito il Leone d'Oro alla carriera in occasione della 50ma Biennale di Venezia, mentre nel 2010 ha ricevuto il Premio Presidente della Repubblica da Giorgio Napolitano. 
 

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