ECONOMIA DOMESTICA

Sos imprese, "rischiamo la débâcle"

Non c'è ripresa ma neanche la temuta virata in recessione nel secondo trimestre dell'anno. Ravanelli e Gallina: "Le politiche del Governo possono fare la differenza". Le aziende più piccole sono anche le più fragili. I settori tessile e edile sempre più in crisi

Le aspettative delle imprese piemontesi per il secondo trimestre del 2019 non peggiorano ma restano sostanzialmente ferme sul livello basso del trimestre precedente. Non c’è ripresa, ma neppure l’ulteriore svolta recessiva che l’analisi sul primo trimestre faceva presagire. I dati sono stati diffusi oggi dall’Unione Industriale di Torino. “Siamo sempre in zona rossa - rimarca il presidente degli industriali torinesi, Dario Gallina - non stiamo parlando di ripresa ma di camminare sul fondo, chi ci governa deve averlo ben presente. Siamo in transizione a cavallo di un crinale dal quale si può risalire ma anche ricadere più in basso. Mai come ora le politiche del Governo possono fare la differenza”.

In zona critica le imprese più piccole, fino a 10 addetti, e i settori cartaceo, tessile, ed edile. Fra le province, particolarmente in difficoltà Biella, Vco e Asti. Fra le incognite anche la Brexit, poiché l’export piemontese in Gran Bretagna è il 5% del totale e vale 2,5 miliardi. I dati, è stato sottolineato, vanno letti con attenzione. Per esempio si riscontrano aspettative positive per l’export, ma questo alla luce di un peggioramento della redditività (che passa da -4,5% a -6,4%) significa che le imprese si sacrificano rinunciando a parte della redditività per conservare le quote di mercato. Nell’area torinese il comparto manifatturiero recupera quasi cinque punti e ritorna su valori positivi dopo il crollo di dicembre. Migliorano lievemente anche le attese sul fronte occupazione. Progressi in particolare nel chimico, nella meccanica strumentale e della gomma-plastica. Vira invece sul negativo l’elettronica. Ottime le performance di Cuneo e Novara, dove il saldo ottimisti/pessimisti torna in positivo dopo il forte negativo registrato in dicembre. Bene anche Torino e Canavese.

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“In dicembre - ha osservato il presidente di Confindustria Piemonte, Fabio Ravanelli - tutto congiurava per un ulteriore peggioramento, che non c’è stato. Ma i problemi restano e non dobbiamo abbassare la guardia: se il Governo non darà presto risposte adeguate, rischiamo una débâcle gravissima. Mai come in questi casi - hanno sostenuto Gallina e Ravanelli – l’azione del Governo e le politiche che metterà in campo possono fare la differenza”. Le richieste degli industriali subalpini saranno formalizzate in un documento che Gallina e Ravanelli presenteranno il 10 aprile presso l’Unione Industriale di Torino in un incontro con i tre candidati alla presidenza del Piemonte. All’appuntamento sarà presente anche il presidente nazionale di Confindustria, Vincenzo Boccia.

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