TRASPORTI

Arriva se ne va e Gtt perde il treno

Il partner straniero non si fida della solidità finanziaria del Gruppo torinese e il consorzio costituito per la gestione del nodo ferroviario si sfila all'ultimo momento dalla gara. Resta in corsa Trenitalia. Così l'azienda del capoluogo perde un contratto da oltre 80 milioni l'anno

Colpo di scena nella gara per l’affidamento del servizio ferroviario metropolitano di Torino ed ennesima mazzata su Gtt. Rail.To, la cordata formata dall'azienda pubblica dei trasporti e Arriva Italia Rail, non ha presentato la propria offerta alla scadenza dei termini. Per l'aggiudicazione del servizio resta dunque in corsa soltanto Trenitalia. Il nodo ferroviario di Torino vale, con la rete attuale, 6,2 milioni di treni chilometri, circa 18 milioni di passeggeri all’anno, 8 linee e oltre 350 collegamenti giornalieri tra il capoluogo e l’area metropolitana (valli di Lanzo e del Canavese, valle di Susa, Pinerolo, Alba, Bra, Fossano, Asti e Chiasso) per un contratto che, al momento, supera gli 88 milioni di euro l'anno.

Secondo quanto si apprende, alla base della decisione di non partecipare alla gara ci sarebbero i dubbi di Arriva riguardo alla solidità del partner finanziario. In sostanza Gtt non sarebbe solvibile.

L’operazione è sfumata nelle ultime ore, dopo che Rail.To aveva chiesto ben tre proroghe sui tempi di presentazione dell’offerta. Il nodo che i due partner non sono stati in grado di sciogliere è quello legato alle fidejussioni, cioè alle garanzie finanziarie. Gtt non è stata in grado di ottenerle e a quanto pare ha rifiutato una rimodulazione dei rapporti di forza interni al consorzio a fronte di una esposizione maggiore da parte di Arriva. Il gruppo anglo-tedesco, infatti, si sarebbe dovuto sobbarcare l'acquisto dei nuovi treni e gran parte delle spese di start up, in cambio chiedeva la gestione di sei linee su otto e imponeva a Gtt una serie di vincoli e clausole giudicati penalizzanti da corso Turati, oltre a una modifica della governance di Rail.To. Così, dopo lunghissimi giorni di trattative, in cui non si è trovato l'accordo, i due partner hanno preferito uscire dalla competizione.

A novembre dello scorso anno si era chiuso il dialogo competitivo in cui Rail.To (Arriva e Gtt) e Trenitalia avevano presentato i rispettivi progetti. A quel punto l’Agenzia per la mobilità metropolitana, per conto della Regione Piemonte, aveva aperto il bando. Il termine per presentare l'offerta era stato fissato il 21 gennaio ma entrambi i competitor avevano chiesto più tempo. L’Agenzia ha concesso ulteriori 60 giorni ma non erano ancora sufficienti per Rail.To che ha ottenuto una ulteriore proroga di 20 giorni: la deadline definitiva era fissata al 10 aprile, oggi, giorno in cui è pervenuta un’unica offerta, quella di Trenitalia.

Esprime stupore l’assessore ai Trasporti della Regione Francesco Balocco che sostiene di non conoscere e non voler commentare le dinamiche interne a Rail.to che hanno portato a rinunciare a questa opportunità. “Risulta ancora più incomprensibile la scelta di non presentare il proprio progetto dopo aver chiesto un ulteriore rinvio della scadenza e aver investito tempo e significative risorse per la partecipazione al percorso di confronto competitivo” dice Balocco secondo cui “la Regione ha fatto tutto il possibile per garantire una reale contendibilità del Servizio ferroviario metropolitano, unico caso vero di competizione in Italia, con l’obiettivo di migliorare il servizio in termini qualitativi e quantitativi. L’offerta di Trenitalia sarà a questo punto vagliata dalla commissione che sarà nominata dall’Agenzia nei prossimi giorni. Siamo certi che questa proposta conterrà interessanti elementi di novità”. Anche le due linee ferroviarie attualmente gestite direttamente da Gtt (la Canavesana e la Torino-Ceres) saranno, con la sottoscrizione del nuovo contratto, affidate a Trenitalia.

Un vero smacco per Arriva Italia e per i suoi vertici, l'ad Angelo Costa e il numero uno di Arriva Italia Rail Giuseppe Proto. Quest'ultimo, in particolare, aveva puntato tantissimo su questa gara e sulla partnership con un’azienda che evidentemente ancora traballa. Quel che emerge da questo epilogo, infatti, è la fragilità di Gtt che dopo la fatica compiuta per acquistare i nuovi autobus viene considerata finanziariamente poco affidabile dai suoi stessi partner, nonostante un piano industriale che avrebbe dovuto rimetterla in carreggiata. Inoltre, a incidere su quanto accaduto, ci sarebbero anche le mutate strategie su scala globale del gruppo Arriva, sempre più proiettato verso altri mercati, fuori dall'Italia, e quindi non così interessato a correre rischi per un'operazione in cui i costi rischiano di essere più dei benefici.

La gara per l’affidamento del servizio ha validità per 15 anni, la base d'asta è di 85 milioni l'anno: poteva diventare una vera e propria polizza sulla vita per Gtt che, incrementando il giro d’affari, avrebbe reso più sostenibili i propri passivi. Così non è stato e ora all’azienda guidata da Giovanni Foti non resta che sperare in qualche subaffidamento da parte di Trenitalia, così come avviene oggi. Bisognerà capire se Trenitalia confermerà i contratti in essere con Gtt, dopo che l'azienda torinese le ha voltato le spalle e costituito un consorzio con il colosso straniero per strapparle la gestione del servizio ferroviario. In ballo ci sono circa 17 milioni di ricavi e 300 dipendenti oggi impiegati su quei servizi.

Intanto la questione si sposta sul piano politico, giacché ora il Pd chiede spiegazioni. La presidente della Commissione Trasporti di Palazzo Lascaris Nadia Conticelli attacca: “Mi chiedo a che punto sia l’attuazione del piano industriale e se in qualche modo abbia inciso su quanto accaduto”. Ancor più netta la posizione del gruppo dem in Consiglio comunale a Torino, che ha sempre sostenuto la necessità di una partnership di Gtt (controllata interamente da Palazzo Civico) con Trenitalia, anziché con gli stranieri di Arriva, mentre l'amministrazione pentastellata ha appoggiato la scelta compiuta dall'allora presidente Walter Ceresa. Per il consigliere Claudio Lubatti, l’assessora Maria Lapietra “si deve dimettere subito”.

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