Lo Stregatto al potere

“Alice nel Paese delle Meraviglie”, questo è lo scenario in cui si animano i candidati alle prossime elezioni regionali ed europee. Politici in erba, simili a personaggi di fantasia quali l’Orologiaio Matto e il Bianconiglio, pronti a battersi uno contro l’altro mentre i “Vecchi volponi” del parlamento affilano le lame in dotazione ai loro novelli cortigiani e futuri lacchè.

Un mondo fantastico, onirico, dove i problemi sociali sono raffigurati esclusivamente dalla priorità assoluta di fare un buco lungo 57 chilometri dentro la montagna, in modo da unire Lione a Torino con il treno veloce passeggeri (anzi no, quello merci), oppure di bloccare in mare qualsiasi tentativo di sbarco sulle nostra coste da parte dei migranti.

Favola a tratti anche noir grazie alla comparsa sullo scenario, sempre meno sporadica, dei militanti di CasaPound. Attivisti di estrema Destra consacrati in parte a cacciare via i nomadi dai centri di accoglienza posti nella periferia di Roma (quindi specializzati nell’allontanamento di soggetti a un passo dall’integrazione), e in parte votati a presidiare qualche porzione di territorio torinese al fine di intimorire chi dimora nei camper (minori inclusi).

I media, oramai assoggettai al nuovo nazionalismo mondiale, si inchinano quotidianamente alla volontà della Regina di Picche, o meglio di Bastoni, ignorando deliberatamente i ripetuti saluti romani mostrati con orgoglio dai manifestanti anti-rom. Informazione impegnata invece a concentrarsi con attenzione maniacale sui veri e unici cattivi riconosciuti tali da tutte le Istituzioni, ossia gli anarchici dell’Asilo Occupato di Torino: giovani accusati addirittura di aver tenuto per anni sotto scacco un intero quartiere (notizia paradossale che in caso di riscontro positivo metterebbe in grave imbarazzo sia le forze dell’ordine che la magistratura).

In questa curiosa campagna elettorale, in cui domina lo Stregatto, si martella continuamente l’opinione pubblica con l’elementare divisione delle categorie sociali e politiche in due schieramenti. Da una parte i “Buoni”, ossia coloro che invocano il suprematismo italico/europeo nel nome del patriottismo ariano; dall’altra il pericolo rappresentato dalla minaccia dei “Cattivi”, le compagini che non riconoscono i confini geopolitici che dividono il Mondo e sempre pronte a invocare i principi della solidarietà internazionale e dell’uguaglianza tra esseri appartenenti allo stesso pianeta. 

Al contempo nell’attuale clima politico distorto ed eversivo nei confronti della Carta Costituzionale (clima tipico di questa era “Sovranista” e neoliberale) il PD Ponzio pilatesco archivia e cassa i grandi temi sociali con il termine dispregiativo “Assistenzialismo”, lasciandosi anzi andare ad abbondanti, quanto imbarazzanti, effusioni con la grande lobby delle privatizzazioni selvagge dei servizi e beni pubblici. La Destra invece vince riportando in auge la tradizione Fascista di marchiare con disprezzo, e con il rabbioso assenso delle masse popolari, l’omosessualità così come il colore della pelle di tanti nuovi italiani. 

Parti politiche opposte ma unite nel portare reverenza ossequiosa verso quei grandi speculatori a cui sono stati svenduti nel tempo i gioielli di famiglia dello Stato italiano, i fiori all’occhiello della nazione (Scuola e Sanità), oppure nel fornire schiavi al caporalato moderno.

E’ curioso valutare come tutti i partiti amino a dismisura il patrio suolo ma al contempo siano sempre disponibili a venderne pezzi ai migliori offerenti, così come a fare saccheggio dei diritti conquistati nei decenni dai propri connazionali.

Il meccanismo adottato per suicidare il sistema pubblico è diabolico quanto banale. Congegno sperimentato sul sistema scolastico, oggi è stato introdotto anche negli ambiti sanitari e ospedalieri per la sua semplicità di applicazione. Nel settore dell’istruzione, ad esempio, tutto ha avuto inizio con i primi timidi finanziamenti regionali e statali agli istituti scolastici privati (tra le altre cose tali finanziamenti sono dichiaratamente anticostituzionali) nel nome del diritto alla “Libera scelta” (diritto di rango non costituzionale).

Il passo successivo è stato quello di investire sempre meno risorse economiche in capo ai settori pubblici, preso atto delle croniche difficoltà di bilancio, e contemporaneamente di rilanciare le strutture private con la benedizione generale da parte della politica. Bilancio pubblico atterrito soprattutto grazie all’azione di quei deputati che passeggiano beati nel Paese delle Meraviglie: luogo dove è più difficile riflettere con lucidità, e quindi ideale per generare la proposta di varare l’iniqua Flat Tax piuttosto che affrontare i problemi delle casse statali istituendo la tassa patrimoniale (che toglie agli speculatori ricchi per ridistribuire a favore di tutti).

L’ultimo atto del diabolico piano, imbastito dalle lobby in modo geniale, consiste nell’incrementare il numero delle convenzioni tra enti pubblici e centrali private, sino a rendere queste ultime essenziali per poter continuare a garantire i vari servizi alla cittadinanza.

Guardando al comparto scolastico è quindi facile prevedere il futuro del sistema regionale sanitario: nel nome del “Diritto alla libera scelta” verranno presto aumentati ulteriormente i contributi e i rimborsi alle cliniche e ai centri diagnostici privati a scapito del SSN. Il paziente potrà di certo farsi curare dove meglio crede ma a patto di sottoscrivere onerosamente l’assicurazione ad hoc: il decrepito nonché diseguale sistema statunitense sarà in tal modo servito anche agli italiani; il business scoprirà nuove quanto ampie praterie dove speculare accumulando insperati profitti.

Il popolo italiano alza la testa e scende in piazza per contrastare il nemico indicato dal regime, attualmente nello specifico rom e i migranti sui gommoni in mare. Mentre i cittadini gridano in piazza contro il povero della porta accanto, in una spietata guerra tra disagiati economici, la Banda Bassotti (al potere) svuota i salvadanai e i diritti di chi l’ha votata.  

Alice ci aspetta tutti a braccia aperte per introdurci in un’esistenza “da sogno”, mentre il Paese delle Meraviglie ammalia la politica con colori psichedelici e storie fantastiche.

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