CAVOLETTI DI BRUXELLES

Bresso "declassata", Viotti ultimo

Nella lista Pd per le europee penalizzati gli uscenti piemontesi. In testa l'ex viceministro alessandrino Morando e l'economista liberal Tinagli. In corsa pure la costituzionalista torinese Mastromarino. Ora parte la caccia alle preferenze

"Sarà una lista bellissima – aveva annunciato Nicola Zingaretti, evitando per un soffio l’emulazione di Checco Zalone con la sua squadra fortissimi - che sorprenderà tutti”. Già, compresi quelli che ci stanno dentro, per non dire di chi ne è rimasto fuori. Chiedere, per conferma, a Mercedes Bresso: la parlamentare europea uscente, con due mandati nel curriculum e la quasi certezza di essere lei il nome forte del Pd per il Piemonte che guarda a Bruxelles è fuori dal terzetto di testa, dove invece c’è l’ex viceministro e già parlamentare di lungo corso Enrico Morando, preceduto dall’economista Irene Tinagli e, ovviamente, dall’annunciato capolista Giuliano Pisapia. Alla fine sarà sesta, dietro al ligure pure lui uscente Brando Benifei (col quale la Bresso potrebbe fare un ticket), a sua volta preceduto dalla capo delegazione del Pd a Bruxelles Patrizia Toia. Flebili speranze deluse (dalla disponibilità ad accettare anche posizioni non in testa di lista della Bresso) per l’assessora regionale al Lavoro Gianna Pentenero che aveva incominciato a scaldare i muscoli nel caso l’ex zarina avesse dato forfait. Pare che la Pentenero ne avesse parlato con lo stesso Zingaretti il quale ne aveva verificato la disponibilità ancora nei giorni scorsi.

Una scelta quella della Tinagli, toscana di Empoli, politicamente vicina a Carlo Calenda, che ha sorpreso e fatto saltare tutte le previsioni e i totonomi per la donna da piazzare al secondo posto. Quello a cui ha puntato fin quasi alla fine l’ex presidente della Regione Piemonte, trovando però un muro sempre più alto con il passare dei giorni e finendo, più o men inconsapevolmente, per stoppare anche un’altra ambizione: quella dell’ex ministro della Difesa Roberta Pinotti, genovese eletta al Senato in Piemonte, che subodorando il secondo posto della Bresso cui lei puntava, aveva rinunciato alla battaglia. Compare, invece, la torinese Anna Mastromarino, docente di diritto costituzionale all’Università di Torino, sponsorizzata dall’ex parlamentare donciottiano Davide Mattiello. Mentre non trova spazio un altro illustre esponente piemontese, l’ex sottosegretario vercellese Luigi Bobba, dato in un primo tempo tra i papabili. In dodicesima posizione compare, infine, la cuneese Ivana Borsotto, attiva nel mondo del terzo settore.

Strategie e lotte più o meno sotterranee tra donne – era spuntata pure la spezzina Raffaella Paita come possibile numero due – che hanno finito per avvantaggiare un uomo: quel Morando che dalle lontane origini (mai rinnegate) miglioriste nel Pci, con un solidissimo rapporto con Giorgio Napolitano, è arrivato a sostenere Roberto Giachetti e Anna Ascani al recente congresso, posizionandosi nell’area più convintamente renziana del partito. Non era entrato in direzione e non ne aveva fatto un dramma: l’ex ministro guardava già a Bruxelles come meta da raggiungere, pur sempre dovendo prendere le preferenze che servono.

Un ritorno quello, invece, mai nascosto come obiettivo della Bresso, così come del ricandidato Daniele Viotti, finito però all'ultimo posto. Per l’ex zarina c’era, in più, quella posizione che di fatto segnala una sorta di prima scelta del partito offerta agli elettori, non avendo altro peso la collocazione in lista. A perorare la causa di Mercedes si era mosso non solo il segretario regionale Paolo Furia, ma a quanto si dice nel Pd lo stesso Sergio Chiamparino. Sembrava fatta, fino all’altro giorno. Poi i segnali di uno scivolamento nella formazione si sono fatti più intensi e attendibili. Chi pensava che di fronte a quel mancato posizionamento appena dietro a Pisapia, l’europarlamentare uscente gettasse la spugna, sia pure con stizza, si sbagliava di grosso.       

print_icon