CENTRODESTRA

Listino, Lega e alleati ai ferri corti

Il Carroccio non abbassa le pretese: vuole otto posti per sé. Ma FdI e Forza Italia puntano i piedi e ne chiedono due ciascuno. In ballo anche la presidenza del Consiglio. E al vertice della coalizione fa capolino pure l'Udc di Bonsignore

Listino seconda puntata. Anche se, in realtà, quella di stamattina nella sede elettorale di Alberto Cirio in via Barbaroux sarà la prima volta in cui gli alleati del centrodestra discuteranno, presente il candidato gvernatore, della spinosa questione. Era all’ordine del giorno già nell’incontro romano di martedì scorso, ma viste le premesse – ovvero la posizione rigida della Lega nel non mollare più di due posti su dieci – Forza Italia e Fratelli d’Italia avevano optato per un rinvio al fine di evitare che su questo punto si incagliassero anche gli altri. E probabilmente, alla luce della strategia che sia il partito di Silvio Berlusconi sia quello di Giorgia Meloni sembrano intenzionati a seguire questa mattina, anche per avere qualche giorno a disposizione al fine di tentare di strappare qualcosa in più al Carroccio salviniano.

“Sotto i due posti non scendiamo, sia chiaro”, la disposizione inequivocabile data ieri dalla leader di FdI al suo segretario regionale Fabrizio Comba. Un paio di caselle per i Fratelli intenzionati a non recedere per nessuna ragione da questo minimo sindacale e, a questo punto, è difficilmente immaginabile un partito del Cav (e soprattutto del candidato presidente della Regione) che accetti di essere rappresentato nel listino in maniera inferiore a quello della Meloni. Ma come riuscire a scucire qualcosa in più dall’azionista di maggioranza? L’intenzione con cui azzurri e FdI si siederanno questa mattina al tavolo, cui per la prima volta partecipa anche l’Udc con il segretario regionale Gianni Barosini insieme a Paolo Greco Luchina uomo vicinissimo a Vito Bonsignore e aspirante consigliere a Palazzo Lascaris, è quella di alzare da dieci a undici i posti da assegnare, inserendo nel computo anche la presidenza del Consiglio regionale. Poltrona, quest’ultima, che la Lega con il suo segretario piemontese Riccardo Molinari ha già annunciato di volere per sé.

Ragionando su undici posti, FdI e Forza Italia, cercheranno di strappare due posti per ciascuno, riducendo quindi il peso del Carroccio a sei posizioni, cui andrebbe però aggiunta quella del ruolo occupato nell’ultima legislatura da Mauro Laus e, dopo la sua elezione dal Senato, da Nino Boeti. Sia il coordinatore azzurro Paolo Zangrillo, sia il suo omologo di FdI Comba hanno già i nomi per il listino. Forza Italia intende portare in via Alfieri, senza passare dal vaglio delle preferenze, due presidenti di provincia: il vercellese Carlo Riva Vercellotti e l’astigiano Marco Gabusi. Fratelli d’Italia è determinata a far tornare a Palazzo Lascaris Maurizio Marrone, mentre per l’altro posto sarebbero ancora in ballo il novarese Giuseppe Policaro, per il quale si sta spendendo il Gaetano Nastri, oppure l’astigiano Sergio Ebarnabo. In un caso come nell’altro la scelta privilegerebbe territori dove il partito della Meloni difficilmente potrà vedere eletto un suo candidato.

Quattro caselle, quattro uomini. “Alle donne ci pensi la Lega”, è il perfido invito che arriva da chi ha ancora aperta la partita con il Carroccio che tiene in mazzo delle carte in mano. Ma di donne di cuori o di denari ne spuntano poche anche da lì: tra i nomi che sarebbero nell’agenda di Molinari, per ora e neppure sicure, le figure femminili sarebbero non più di un paio: l’ex assessore astigiana della squadra di Roberto Cota, Giovanna Quaglia e l’attuale componente della giunta comunale di Pianezza Sara Zambaia. Il resto dell’elenco è, per ora, tutto al maschile: c’è il commissario del partito per il Vco, Alberto Preioni, il segretario provinciale di Biella, nonché vice di Molinari nel regionale, Michele Mosca e il capogruppo al Comune di Novara Matteo Marnati. Se il partito di Salvini, concederà i quattro posti agli alleati, a questo elenco dovrà aggiungere ancora un nome, ma saranno tre se oggi Molinari non cederà dallo schema iniziale.

Ridotte prossime allo zero le possibilità di un ingresso nel listino dello scudocrociato, che tuttavia una richiesta non è esclusa che la faccia nella sua prima partecipazione al vertice. Piuttosto sarà interessante vedere l’atteggiamento della Lega nei confronti di Forza Italia che esprime quel candidato governatore cui spetterebbe la composizione del listino non a caso definito del presidente, ma più ancora rispetto ai Fratelli d’Italia la cui indicazione sull’inderogabilità dei due posti è arrivata dalla Meloni con parole che non sembrano lasciare spazio a ripensamenti o accettazioni al ribasso: “Altrimenti salta il banco”.

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