Meloni sfida Salvini, alleanza chiara. Scontro su Tajani

Votare Fratelli d'Italia per "cambiare tutto" in Europa ma anche a Roma, avere una nuova Unione "conservatrice e sovranista", con un nuovo governo senza i Cinque Stelle. A poco più di un mese dalle europee Giorgia Meloni lancia da Torino la sua sfida a Matteo Salvini. Davanti a duemila delegati giunti al Lingotto da tutta Italia, chiude la Conferenza programmatica chiedendo apertamente al leader leghista di essere chiaro sulle alleanze "prima e non dopo il voto" e soprattutto di rompere con i Cinque Stelle affondando un governo incapace di approvare "una flat tax per tutti", in cui "l'unica cosa piatta è la crescita". Ma una frase provoca lo scontro frontale anche con Forza Italia. "Noi - aggiunge - vogliamo cambiare tutto, compreso l'attuale presidente del Parlamento europeo". Parole che provocano la reazione violenta di tutto il partito azzurro: "Meloni è ingenerosa. Fu il Cavaliere - replica Renato Schifani - a sdoganare la destra". "Va bene la campagna elettorale - è il commento di Giorgio Mulè - ma Meloni guardi la realtà". Sottile la critica di Annamaria Bernini che ricorda come i conservatori, il gruppo a cui FdI aderisce, votò a favore di Tajani. "Forse - aggiunge la capogruppo - preferisce un Presidente tedesco". Immediata la replica di FdI affidata a Ignazio La Russa, secondo cui "fa sorridere la solidarietà pubblica di Forza Italia, con una buona dose di ipocrisia per chi conosce il loro giudizio su Tajani". Ancora più duro il capogruppo Francesco Lollobrigida: "Forza Italia a parole dice di voler cambiare l'Europa ma nei fatti candida e difende Antonio Tajani". Tajani a parte, Meloni evoca oggi un cambio di governo dopo il voto, con un esecutivo formato da FdI e Lega. "Più forte sarà Fratelli d'Italia il 26 maggio, più forte sarà la possibilità di avere un governo senza i grillini". Ma cambiare tutto, per Meloni, vuol dire anche spostare la sede delle istituzioni europee. Non più Bruxelles, ma Roma. "Rivendicherò che la capitale dell'Ue - annuncia - deve essere il luogo più rappresentativo della sua millenaria tradizione, non il luogo più comodo dove mettere gli uffici". Per bloccare l'immigrazione serve il "blocco navale" dalla Libia. Idee chiare anche per difendere l'economia europea contro ogni "concorrenza sleale". "Chiederemo dazi di civiltà - aggiunge - per le merci di quelle nazioni che non rispettano le nostre stesse regole". Contro il sovraffollamento delle carceri da parte di detenuti stranieri, Meloni lancia lo slogan "carceriamoli a casa loro". "Scontino la pena nei loro Paesi di origine". Una stoccata al Pd, che è passato dalla bandiera rossa alla bandiera europea "ma dimentica sempre al tricolore". Dura anche contro Più Europa, "che si fa finanziare da Soros, il capo degli usurai, un affamatore degli italiani". Ma la partita vera sa che è con la Lega a cui Meloni non vuole lasciare nemmeno un centimetro nel rappresentare quel pezzo di Paese che si riconosce nella formula "Dio, Patria, famiglia". Il Presidente del Family Day, Massimo Gandolfini ha mandato un messaggio di sostegno, lo stesso ha fatto il "Capitano Ultimo". Molto applauditi dal palco l'ultima new entry, il neo-candidato Francesco Alberoni, l'ex ministro Giulio Tremonti e Alessandro Meluzzi.

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