Aggressore agenti, tempi lunghi per esplusione

I tempi di rimpatrio saranno "piuttosto lunghi" per il 26enne senegalese che domenica scorsa, nel giorno di Pasqua, aggredì due poliziotti a Torino con uno sbarra di ferro al grido di 'Allah Akbar'. E' quanto riferiscono fonti della Prefettura torinese all'Adnkronos. La questione è questa: Ndiaye Migui, in arresto ma in attesa di processo, dovrà attendere che il giudice si pronunci sul suo caso, e solo successivamente potrà essere avviata la procedura di rimpatrio. Ma qui la situazione si complica. L'aggressore, infatti, non è in possesso dei documenti, dunque dell'eventuale rimpatrio non potrà occuparsi il Consolato di Torino. Sarà necessario -e qui i tempi si allungano "inesorabilmente", spiegano le stesse fonti - aprire una procedura presso l'Ambasciata del Senegal di Roma, che dovrà riconoscerlo come cittadino senegalese: solo da quel momento in poi sarà possibile iniziare a lavorare sulla procedura di rimpatrio. Ndiaye Migui, come emerso subito dopo l'aggressione, era stato già raggiunto da due decreti di intimazione a lasciare il territorio entro 15 giorni: il primo emesso dalla Prefettura di Torino il 19 gennaio 2018, il secondo emesso dal Prefetto di Cuneo appena 20 giorni dopo (l'8 febbraio). 

print_icon