Salone Libro: Chiamparino a Salvini, nessuna censura

"Nessuna censura né tantomeno rogo dei libri, come evoca Matteo Salvini”. Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, replica così al leader della Lega. "Forse il ministro dell'Interno avrebbe preferito stare con il fascista editore della sua intervista e avrebbe lasciato fuori la vittima di Auschwitz – aggiunge –. Però il ministro dell'Interno di un governo serio dovrebbe innanzitutto far rispettare le leggi Scelba e Mancino che applicano la Costituzione".

La polemica nasce da un intervento del segretario della Lega il cui libro è stato edito proprio da Altaforte, la casa editrice esclusa dal Salone: "Siamo nel 2019 alla censura dei libri in base alle idee, al rogo dei libri che non ha mai portato fortuna in passato" ha affermato Salvini durante un comizio a Pesaro, in cui ha criticato "la minoranza di sinistra che si arroga il diritto di decidere chi può fare musica, chi può fare teatro, chi può pubblicare libri. Alle idee si risponde con altre idee, non con la censura. Alla faccia dei compagni e dei democratici, che decidono chi può andare al Salone del Libro e chi non ha diritto ad andarci".

"Abbiamo preferito ospitare e schierarci con chi è stato deportato nei campi di concentramento piuttosto che con chi si dichiara fascista, esalta Mussolini e considera l'antifascismo il male del Paese, rispettando lo spirito di questa manifestazione e della storia e tradizione di Torino e del Piemonte" conclude la sua replica Chiamparino, che ricorda a Salvini di avere presentato "solo un esposto alla Procura della Repubblica per le dichiarazioni di Francesco Polacchi e successivamente la rescissione del contratto, di fronte alla possibilità che Halina Birenbaum, testimone attiva dell'Olocausto, tenesse la sua prolusione fuori dai cancelli".

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