LA NUOVA REGIONE

Prima grana per Cirio: braccio di ferro sui Trasporti

Il neo governatore punta sul forzista Gabusi, ma la la Lega vuole la delega per Marnati, sostenuto dal sindaco novarese Canelli che avverte: "Il Piemonte orientale chiede attenzione". Il ritorno dell'astigiana Quaglia. La Giunta pronta dopo i ballottaggi

“Non abbiamo parlato di nomi”. Mai bugia parve meno credibile della versione ufficiale del fugace incontro di ieri in Transatlantico tra il neogovernatore del Piemonte e i segretari regionali di Lega e Forza Italia. Il conciliabolo di Alberto Cirio con Riccardo Molinari e Alberto Zangrillo, interrotto anzitempo dalla notizia delle dimissioni del sottosegretario Edoardo Rixi con conseguente abbandono del terzetto da parte del capogruppo del Carroccio, è naturalmente parte della liturgia in preparazione della nuova giunta. Tuttavia, la versione autentica e gelosamente riservata dell’improvvisata riunione a Montecitorio potrebbe forse raccontare di altrettanto naturali, anche se non gradite, difficoltà che accompagnano il non facile percorso verso il varo dell’esecutivo regionale. E che stanno proprio nei nomi. Cirio li farà, accostandoli ufficialmente a ciascuna delega, non prima dei ballottaggi. Una scelta forse tattica per non aprire possibili fronti interni al centrodestra impegnato nei testa a testa del secondo turno, ma anche un rinvio a all’11 o 12 di giugno utile per prendersi e utilizzare quel tempo in più grazie al quale smussare angoli e superare asperità che, nonostante la manifesta concordia tra alleati, ancora esistono.

Tra i nodi da sciogliere, appare piuttosto ingarbugliato e stretto con forza crescente da parte della Lega quello dei Trasporti. Nei piani di Cirio al posto occupato nella scorsa legislatura dal “capostazione di Fossano”, ovvero Francesco “Cecu” Balocco, dovrebbe andare il presidente della Provincia di Asti Marco Gabusi, lasciato fuori dal listino (dopo un lungo tira-molla dei vertici azzurri nella scelta tra lui e il suo collega vercellese Carlo Riva Vercellotti), candidato nella sua provincia dove ha raccolto 2672 preferenze non venendo eletto e che, quindi, entrerebbe come assessore esterno. Ma quella poltrona, tra le più importanti e strategiche all’interno della giunta, fa gola alla Lega. In particolare a premere per averla è il Carroccio novarese, quello che ha contribuito in maniera pesante all’exploit in Piemonte. Una rappresentanza forte e un forte impegno soprattutto sul versante della logistica per la parte orientale della regione “trascurata e penalizzata negli ultimi cinque anni, a fronte di potenzialità che vanno, al contrario, utilizzate e valorizzate”, come osserva una voce assai ascoltata nella Lega, qual è il sindaco di Novara Alessandro Canelli.

“Un riequilibrio necessario” ribadisce il primo cittadino di Novara che, parlando con lo Spiffero, non smentisce affatto quella spinta a favore di un assessore leghista ai Trasporti e neppure svicola troppo su un giudizio su Gabusi: “Non lo conosco”, dice. Conosce invece assai bene Matteo Marnati, attuale capogruppo della Lega a Palazzo Cabrino e uomo che il sindaco altrettanto bene vedrebbe a governare processi importanti sia sul fronte del trasporto pubblico locale sia, come si diceva, dello sviluppo della logistica in cui Novara con il suo interporto è uno dei nodi strategici del Piemonte e del Nord Italia. Escluso dal listino, Marnati potrebbe dunque entrare in giunta come uno dei due esterni in quota al Carroccio. Trasporti, ma non solo, nelle considerazioni del primo cittadino novarese che non rinuncia a lanciare messaggi piuttosto chiari e non certo frutto di una voce isolata, tutt’altro. A partire dalla cultura: “PVa benissimo sostenere Regio e Stabile, ma non trascuriamo il fatto che il nostro Coccia è uno dei più importanti teatri di tradizione, solo per fare un esempio”. E per far capire che da quella parte del Piemonte e del Carroccio non si aspettano gli eventi seduti sulla panchina.

Non quasi neppure fatto in tempo a sedersi su un divanetto, ieri alla Camera, Cirio, Zangrillo e Molinari, però la questione delle caselle, di fatto già numericamente divise prima del voto ma adesso da assegnare, è questione da risolvere, pronta a diventare in alcuni casi di lana caprina se non di troverà la quadra. Quella sulla sanità sembra ormai definita, con un Alberto Stecco assai più certo per corso Regina rispetto a non molte ore addietro quando si era affacciata l’ipotesi di un esterno per uno degli assessorati su cui la Lega non è affatto disposta a mollare. Come capiterà per l’Agricoltura dove Molinari ha già prenotato il posto per l’alessandrino Daniele Poggio.

Negli ultimi ragionamenti, che da qui alla composizione ufficiale della squadra potranno cambiare ancora molte volte, spunta pure un ritorno: quello dell’astigiana Giovanna Quaglia. Per la già assessore regionale della giunta di Roberto Cota una forte spinta a un suo ingresso da esterna in giunta arriverebbe grazie alla sua vicinanza al deputato suo concittadino Andrea Giaccone, presidente della commissione Lavoro della Camera e fedelissimo di Molinari. Tout se tient, insomma.

Poco o nulla si tiene, invece, nello scazzo tra Lega e Forza Italia nella provincia torinese dove a Giaveno i leghisti locali non ne vogliono sapere di appoggiare al ballottaggio Stefano Tizzani, candidato sostenuto dalla coppia parlamentare locale Osvaldo Napoli e Daniela Ruffino, con quest’ultima che per tutta risposta avrebbe indicato ai suoi in quel di Chieri di non muovere un dito a favore di Claudio Campagnolo (candidato di Lega, Fdi e civiche). Chissà che la decisione di varare la giunta dopo i ballottaggi non serva solo ad avere qualche giorno in più per sistemare nomi e caselle della futura giunta.    

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