PALAZZI ROMANI

Sanità, il Piemonte conta meno

L'ex assessore Saitta impallinato da grillini e leghisti vede sfumare la presidenza dell'Agenzia nazionale del farmaco. Il suo successore rivendica il coordinamento del comparto in Conferenza delle Regioni ma viene stoppato da Emilia-Romagna e Veneto

Il ballo della scopa di Antonio Saitta per la presidenza dell’Aifa segue una musica e ha movimenti di contorno che non piacciono affatto al nuovo governo del Piemonte. Basterebbe una scena per rendere l’idea di come nel valzer di nomine nei posti strategici per la sanità del Paese si incrocino pericolosamente tentativi di scalate, ambizioni personali, equilibri politici a dir poco instabili e guerre non dichiarate tra le Regioni. La scena è quella dell’esordio di Luigi Icardi, successore di Saitta alla guida della Sanità piemontese, nella commissione Salute della Conferenza delle Regioni.

Quel posto era andato a Saitta nel febbraio del 2016, pochi mesi dopo le dimissioni di Sergio Chiamparino dalla presidenza della Conferenza e il subentro, al suo posto del governatore dell’Emilia-Romagna, il piddino Stefano Bonaccini. Altro giro di valzer e l’assessore emiliano Sergio Venturi lascia il posto all’inquilino di corso Regina, al cui approdo in quella posizione ha contribuito non poco lo standing nazionale e la rete di relazioni dell’allora suo direttore regionale Fulvio Moirano, a sua volta da poco ex direttore generale di Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari e voluto a Torino da Chiamparino appena eletto e, si dice, ancor prima di formare la giunta.

Dunque, Icardi si avvia verso il posto lasciato libero da Saitta, l’assessore leghista ha in tasca la lettera del governatore Alberto Cirio nella quale comunica ai componenti della sua giunta che sono confermati i ruoli precedentemente ricoperti dai loro predecessori, quindi anche quello di guida della commissione Salute nel parlamentino delle Regioni. Lo stupore negli occhi del collega dell’Emilia-Romagna, che su quella poltrona era tornato come vicario dopo l’uscita di Saitta, lascia in fretta spazio al disappunto. Che si diffonde piuttosto in fretta anche ad altri. Imbarazzo, un po’ di tensione, alla fine si rimedia rinviando alla prossima riunione il chiarimento e non forzando la mano da parte del Piemonte. Il che non significa mollare quella posizione “che spetta ancora a noi”, come ripeterà Icardi, rimarcando che “le dimissioni di Saitta non significano le dimissioni del Piemonte”. E poco sembra importare alla nuova maggioranza che governa la regione quell’accordo che aveva aperto la strada all’ex assessore verso l’Aifa. Strada che, fattasi sempre più in salita con il passare dei mesi, adesso sembra di fatto interrotta completamente dal masso fatto rotolare dalla ministra della Salute Giulia Grillo: “Ho sempre chiesto che venisse indicato un nominativo di profilo tecnico mentre quello indicato dalle Regioni era di natura politica”.

Usa non a caso il passato, la ministra grillina. Dice infatti “Credo ci sia ora un’aperura in questo senso”, ovvero chiusura della porta a Saitta e proposta di un tecnico da parte delle Regioni. Pure in fretta, probabilmente già nella riunione di mercoledì visto che l’attuale Cda (senza il numero legale dopo le dimissioni di Venturi in un vano tentativo di sbloccare la situazione a favore di Saitta) scade il giorno prima. Fonti vicine alla Conferenza parlano di un accordo di fatto raggiunto tra il Veneto e l’Emilia-Romagna, con la Regione presieduta da Luca Zaia pronta a rivendicare per sé la guida della commissione Salute quando arriverà il momento dei rinnovi. Fino ad allora l’intenzione del Piemonte è quella di conservare il ruolo, oggetto di trattativa per la presidenza di Aifa a Saitta.

Scenario ormai tramontato, per la dura posizione della ministra, ma anche per un’azione martellante sul Governo da parte di più di un leghista e in particolare della deputata di Tortona Rossana Boldi, medico, cui si deve una feroce critica all’esultanza della giunta Chiamparino di fronte alle classifiche nei livelli essenziali di assistenza. La parlamentare avrebbe mosso mari e monti per scongiurare la nomina dell’ex assessore. Operazione che pare ormai riuscita.

Resta, invece, da vedere come se ne uscirà dal garbuglio al vertice della commissione Salute. Sul sito della Conferenza delle Regioni in cui si annuncia la riunione di dopodomani dove si affronterà anche la questione Aifa sancendo la scelta di un tecnico, c’è scritto che il coordinamento è dell’Emilia-Romagna. Icardi quel ruolo lo rivendica per il Piemonte, gli emiliani sono decisi a tenere duro, il Veneto si prepara. E Saitta balla con la scopa. 

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