TRAVAGLI DEMOCRATICI

I fassiniani riattaccano la corrente

Archiviato "Futuro democratico" con cui il Lungo ha governato il Pd piemontese nei cinque anni da sindaco di Torino. Tra scissioni e addii un drappello di reduci si riorganizza in AreaDem. Nei prossimi giorni il battesimo con Franceschini

L’ultima scissione è avvenuta all’indomani delle elezioni regionali, quando l’area che fa riferimento a Raffaele Gallo ha congelato i rapporti con Mauro Laus: ognuno per la sua strada in un quadro ormai in costante dissoluzione. Un tempo erano fassiniani, un ombrello sotto il quale hanno trovato riparo tante anime in pena, apolidi, quadri e dirigenti del Pd piemontese, nei cinque anni in cui il Lungo ha occupato l’ufficio al piano nobile di Palazzo Civico.

Fedele al vecchio motto togliattiano, secondo cui il partito si governa dal centro, Piero Fassino aveva messo in piedi una componente in grado di stabilizzare un Pd in balia di fibrillazioni continue e forze centrifughe, in procinto di affrontare il ciclone Renzi. La sua eminenza grigiastra Giancarlo Quagliotti teneva i rapporti e tesseva una tela sempre più fitta di relazioni, Gioacchino Cuntrò era il braccio operativo, l'ex ras socialista Salvatore Gallo assicurava tessere e voti. Attorno a questo nucleo allora si erano radunati decine di eletti e semplici militanti, ed è ancora attorno a loro tre che si è appena ricostituita una componente che nasce con l’intento di rivendicare l’eredità politica dell’ultimo segretario dei Ds. A garantire una presenza nelle istituzioni ci pensa Raffaele Gallo, consigliere regionale che per l’occasione ha riattivato la macchina messa in moto quando pensava di candidarsi a capo del Pd piemontese: poi le cose andarono diversamente, i renziani della prima e seconda ora si accordarono sul nome del parlamentare Mauro Marino e, pur senza entusiasmo, pure i fassiniani a Torino si accodarono nonostante l’ex sindaco avesse fiutato l’aria con ampio anticipo e già si era ricollocato su Nicola Zingaretti. Come andò a finire è cronaca più o meno recente, con il rocambolesco arrivo in via Masserano del giovane zingarettoso Paolo Furia in Piemonte e l’approdo al Nazareno del governatore del Lazio col sostegno decisivo di Franceschini, Fassino e della loro componente Area Democratica. Uno spazio d’azione politica e di gestione del potere nato all’indomani delle primarie perse dall’attuale ministro della Cultura contro Pier Luigi Bersani per non disperdere quel patrimonio di relazioni costruito durante la corsa per la leadership: tra alti e bassi la diarchia con Fassino è durata fino a oggi, il sodalizio resta solido e proprio per occupare quello spazio oggi c’è chi prova a riorganizzare in Piemonte quella corrente tanto (più) forte nel resto d’Italia.

A Torino lo zoccolo duro è rappresentato dall’associazione IdeaTo dei Gallo, particolarmente inserita nel sistema della Sanità e con una solida rete di amministratori nel capoluogo e in tutta l’area metropolitana. Nel novarese c’è la presidente del partito Franca Biondelli, già parlamentare e sottosegretario negli ultimi governi di centrosinistra, che schiera Simone Calderoni, capogruppo a Borgomanero alle primarie per la segreteria provinciale di Novara, i già citati Cuntrò e Quagliotti, l’ex sindaco di Alessandria Rita Rossa e poi Rinaldo Chiola e Marta Nicolo di Biella, Carlo Nulli Rosso di Vercelli, Marta Parodi di Asti. Non c’è il senatore Laus, uno degli ultimi ad abbandonare la nave dopo il raffreddamento dei rapporti con Gallo (tra i motivi, la scelta di schierare quasi tutte le sue truppe su Daniele Valle alle ultime regionali) e l’avvicinamento a Renzi sul livello nazionale che l’ha portato a un passo dalla scissione. Ha poi scelto di rimanere nel Pd, ma in una posizione autonoma rispetto ai vecchi compagni d’arme. Non ci saranno neanche gli ex assessori di Fassino Stefano Lo Russo e Claudio Lubatti, un tempo al fianco del loro sindaco e oggi su posizioni autonome. (Qui la nota fondativa di Area Democratica in Piemonte)

In attesa di un evento torinese con Franceschini e Fassino, il gruppo di AreaDem sarà a Bologna, dal 15 al 17 novembre per il Forum delle idee di Zingaretti, un modo per marcare il peso fondamentale di questa componente per la stabilità di un segretario non così puntellato al vertice del Nazareno. “Siamo ancora quella corrente che scommette sul Pd, che non abbandona la nave” dice Raffaele Gallo che respinge una narrazione che racconta di un partito sempre più spostato a sinistra in una riedizione scialba dei Ds: “Nella nostra area c’è chi proviene dal mondo socialista, chi dai Ds e chi dalla Margherita”. 

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