FASE 2

Solo la politica resta in lockdown

Aprono fabbriche, parrucchieri, tatuatori e tra poco pure bar e ristoranti. A rimanere chiuse sono le aule dei Consigli regionale e comunale di Torino. Tra fisime "sanitarie" degli eletti e convenienze degli esecutivi. Ma ora basta con il #restoacasa

Dai mercati ai negozi, parrucchieri, tatuatori e toelettatori per cani. Sabato pure i bar e i ristoranti. Il Coronavirus arretra e il Piemonte con coraggio affronta la Fase 2. Solo la politica resta in lockdown. “Vai avanti tu che a me viene ancora la strizza” sembrano dire i rappresentanti nostrani ai concittadini che con speranza tirano su le serrande delle proprie attività. Gli unici che non escono di casa e continuano a riunirsi (si fa per dire) in videoconferenza sono i componenti del parlamentino piemontese di Palazzo Lascaris e del Consiglio comunale di Torino: commissioni e sedute d’aula rigorosamente dal salotto o dalla cucina di casa, ancora troppo rischioso, evidentemente, tornare “sul posto di lavoro”. E dire che in tempi di crisi, se non altro per dare un segnale di fiducia alla cittadinanza, le istituzioni dovrebbero essere le ultime ad alzare bandiera bianca e le prime a tornare in pista. Qui è il contrario.  

Il Parlamento italiano, per esempio, non ha mai chiuso, pur modificando le regole di accesso all’interno e ora che le misure restrittive imposte dal Governo si stanno via via allentando tra gli eletti c’è chi inizia a chiedere con certo vigore il ritorno alla normalità, anche della vita politica. Certo, c’è da garantire il distanziamento sociale, dovrà essere d’obbligo la mascherina: dopotutto non è ciò che avviene in fabbrica, negli uffici e al supermercato?

All’indomani della sua nomina ad assessore, con la delega ai rapporti con il Consiglio regionale, Maurizio Marrone aveva auspicato un ritorno celere a Palazzo Lascaris, ma a distanza di tre settimane le sue parole sono rimaste inascoltate. E se dalle parti di via Alfieri è nota l’ipocondria del presidente Stefano Allasia, che per poco non si presenta in aula (pressoché unico a varcare il portone di via Alfieri per gestire i lavori telematici) con maschere e protezioni stile Breaking Bad, in Sala Rossa collega Francesco Sicari continua a fare orecchie da mercante. Nell’ultima riunione dei capigruppo, sul tema, sono tornati alla carica sia il rappresentante del Pd Stefano Lo Russo, sia quello dei Moderati Silvio Magliano, a quanto pare senza riscuotere particolare successo.

“Ci sono due consiglieri che lavorano in ospedale” ha fatto notare preoccupato Sicari, riferendosi al grillino Andrea Russi, tecnico radiologo all’Ospedale San Luigi di Orbassano, e alla dem Chiara Foglietta che si occupa di qualità in un’azienda biomedicale. Almeno quest'ultima non esattamente in prima linea sul fronte del Covid. Ma tanto basta per prendere ancora un po’ di tempo. Così la riapertura delle due assemblee continua a essere procrastinata e c'è chi dice che a Chiara Appendino potrebbe anche andare bene così: una grana in meno e silenziatore innescato in vista di possibili polemiche su temi spinosi come Cavallerizza e Metro 2.

print_icon