ECONOMIA DOMESTICA

Effetto Covid in Piemonte: persi 20mila posti di lavoro

Con la pandemia del Coronavirus l'economia è tornata ai livelli della crisi del 2009. Un'impresa su cinque ha problemi di liquidità, ma torna a crescere l'accesso al credito. Il rapporto di Bankitalia

L’economia piemontese è tornata ai livelli del 2009, cioè al tempo della peggiore crisi finanziaria mondiale dell’ultimo secolo. Tra il 1° febbraio e il 25 maggio, si sono persi 20mila posti di lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. La flessione non è dovuta ai licenziamenti che sono bloccati fino a settembre, ma alle assunzioni che sono state 39mila e hanno riguardato in particolare turismo, tempo libero, commercio e costruzioni. È quanto emerge dal rapporto di Bankitalia che - sulla base dell’indicatore Regio-Coin che traduce in tempo reale, a livello regionale, la crescita del Pil – ipotizza un tracollo dell’economia che potrebbe essere ancor maggiore nel secondo semestre.  

Inutile dire che i lavoratori più penalizzati sono stati quelli a tempo determinato, che raramente hanno visto i propri contratti rinnovati. Una tendenza che si è manifestata in tutti i principali settori, ma che è stata particolarmente pronunciata per i comparti dei servizi turistici e del tempo libero, che fanno ampio ricorso a contratti a termine.

Altro fattore che preoccupa è la tenuta delle imprese. Dallo studio emerge che nel primo trimestre del 2020 c’è stata una contrazione del 20 per cento dei ricavi, sia nel campo dell’industria che dei servizi. Come spiega Roberto Cullino, della divisione analisi e ricerca economica “si tratta di una media, alcuni settori hanno riportato riduzioni fino al 60 per cento”. Per questo lo studio stima che circa un’impresa su cinque oggi è a rischio liquidità. Le più penalizzate, naturalmente sono le piccole, anche perché quelle medio-grandi vengono sostenute dalla possibilità di un più facile accesso al credito.  Per quanto concerne le misure di sostegno al reddito, vale a dire principalmente i prestiti fino a 25mila euro, “tra il 25 marzo e 26 maggio in Piemonte sono state accolte quasi 25mila richieste dal Fondo centrale di garanzia, pari a 923 milioni di euro: circa cinque volte quello che si registra nello stesso periodo del 2019”.

Come sottolineato dal direttore generale della Banca d’Italia, Daniele Franco “l’economia è una macchina complessa che, al pari delle vetture ibride, trae dallo stesso movimento l’energia per avanzare. Per questo deve essere rimessa in moto nel più breve tempo possibile. Si privilegino le politiche in grado di raggiungere celermente il risultato a costo di sacrificare il dettaglio delle misure stesse e si preferiscano le misure che rapidamente vanno a incrementare tutte le forme di capitale rispetto alle misure di puro indennizzo del danno di pandemia. Si guardi davanti e lontano, più che nello specchietto retrovisore”. “Si punti al nuovo Pil da realizzare piuttosto che a indennizzare un Pil mai prodotto – prosegue Franco –. Ogni crisi porta con sé la possibilità di cambiare e fare un salto avanti. Alcuni studi dimostrano che dopo le crisi, la produttività e quindi la crescita sono aumentare Investiamo, finanziamo, rifacciamo crescere il Piemonte”.

print_icon