EMERGENZA ECONOMICA

Il Covid contagia l'industria: la produzione crolla del 5,7%

Impietosi i dati del primo trimestre 2020 in Piemonte. Regge solo il settore alimentare, sprofonda la meccanica. Torino e Vco le province più colpite, mentre tiene il sud della regione. Coscia (Unioncamere): "Istituzioni facciano la loro parte"

Tra le tante vittime del Covid c’è pure l’industria piemontese, un comparto che si è presentato al cospetto dell’epidemia già fiaccato e indebolito da anni di stagnazione e che ora ha subito un vero e proprio crollo. Nel primo trimestre dell’anno, la produzione industriale è calata del 5,7 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando il segno già era negativo (-0,5%) comparato con il 2018.

La crisi è conclamata e il presidente di Unioncamere Gian Paolo Coscia si rivolge “all’intero mondo istituzionale” chiedendo “una risposta concreta e ampia ai vari settori che continuano a soffrire: turismo, commercio, industria, artigianato, agricoltura”. Anche perché difficilmente questo quadro avrà subito delle modifiche nel secondo trimestre, tenendo conto che il lockdown ha iniziato a subire dei progressivi allentamenti solo da maggio. “Le aspettative degli imprenditori per il secondo trimestre sono ancora improntate al pessimismo” conferma Coscia il quale chiede interventi su accesso al credito, cassa integrazione e a sostegno dell’export.

Il calo della produzione industriale si associa all’andamento negativo evidenziato da tutti gli altri principali indicatori. Gli ordinativi frenano del 5,9% sul mercato interno e del 2,6% sul mercato estero. La flessione del fatturato totale si attesta al 4,8%, la componente estera cala del 2,9%. Il grado di utilizzo degli impianti scende di 10 punti rispetto all’analogo periodo del 2019. È quanto emerge dalla consueta indagine sulla congiuntura economica piemontese stilata da Unioncamere in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Unicredit.

A livello settoriale, fatta eccezione per l'alimentare, che ha mostrato una sostanziale stabilità (+0,1% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente), tutti i principali comparti della manifattura regionale hanno evidenziato cali significati. Il settore più colpito è stato quello della meccanica, la produzione di questo comparto è crollata dell’11,6%. Decisamente negativo anche il risultato dell’industria dei metalli (-8,4%). Non sono andati molto meglio il comparto dei mezzi di trasporto, che ha registrato una contrazione della produzione del 7,4% e la filiera tessile (-6,4%). L’industria del legno e del mobile (-4,1%) ha segnato una contrazione inferiore alla media regionale, così come il settore dell’elettricità e dell’elettronica (-2,8%) e quello della chimica/plastica (-1,1%). Focalizzando l’attenzione sui mezzi di trasporto, settore cardine della manifatturiera regionale, va evidenziato come il calo complessivo sia dovuto a un crollo della produzione di autovetture, pari al 25,6%, nonché a una contrazione a doppia cifra dell’aerospazio (-15,9%).

Il fermo delle attività produttive non ha guardato alla dimensione aziendale. Nel I trimestre 2020 tutte le classi dimensionali hanno infatti mostrato un calo della produzione, che è risultato più accentuato per le micro (0-9 addetti; -7,7%) e le grandi imprese (oltre 250 addetti; -8,3%). Le piccole realtà (10-49 addetti) hanno registrato una contrazione produttiva del 3% rispetto al I trimestre 2019 e le medie aziende (50-249 addetti) un calo del 4%.

Il segno meno ha caratterizzato la produzione industriale di tutte le province piemontesi. La battuta d’arresto più pesante ha riguardato, in questi primi tre mesi del 2020, le aziende del Verbano Cusio Ossola (-9,6%). Il capoluogo regionale non si è discostato di molto, segnando una flessione del 6,5% rispetto all’analogo periodo del 2019. Un calo in linea con quello medio piemontese è stato registrato a Novara (-5,7%). La produzione manifatturiera è diminuita rispettivamente del 5,0% e del 4,7% a Biella e a Vercelli. Flessioni leggermente più contenute, grazie alla tenuta dell’industria alimentare, sono state invece segnate nei territori del sud del Piemonte. Alessandria ha evidenziato una riduzione della produzione del 4,2%, Asti un calo del 4,1% e Cuneo del 2,7%.

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