EMERGENZA ECONOMICA

Il peggio arriverà in autunno, ma Cirio non ha un piano

Dopo la pioggia di sussidi cresce la preoccupazione di imprese e sindacati: "Servono strategie e interventi organici", invece l'azione della Regione è improntata al piccolo cabotaggio. La task force economica e i contatti interrotti con l'ex ministro Siniscalco

Per Alberto Cirio è arrivato il momento della prova del post-emergenza. Poco importa se il Governo prorogherà quella nazionale fino alla fine dell’anno. Il Piemonte è chiamato a passare, senza perdere tempo, dalle varie fasi legate all’andamento dei contagi e ai numeri dei malati a quella non meno impegnativa dove gli interventi sul tessuto economico e sociale devono avere prospettiva e scenario chiaro. Il cambio dagli interventi tampone, indispensabili nei mesi del lockdown e nelle settimane seguenti, a un chiaro e concreto piano di ripresa è ineludibile. E su questo è chiamato a misurarsi il governatore con la sua squadra.

Se quella emergenziale ha visto la Regione attuare e moltiplicare sussidi e misure di sostegno (talvolta recuperando settori tralasciati dallo Stato), con interventi e aggiustamenti in corsa con l’attenuante delle difficoltà del momento e dell’imprevedibilità degli eventi, quella di cui ora il Piemonte ha bisogno è una fase strutturale, di sistema. Ripetendo un concetto già usato in altre circostanze, a fine maggio esattamente un anno dopo la vittoriale elettorale che lo aveva portato alla guida del Piemonte, annunciando la task force economica disse: “Chiamerò i migliori”. Nel frattempo il Covid si era portato via il Piano per la Competitività, progetto ambizioso e non ancora definito, stravolgendolo in piano di emergenza.

Nella task force chiamata a supportare l’azione politica in una ripresa mai così difficile sono stati arruolati la deputata di Forza Italia Claudia Porchietto, cui era stata affidata la realizzazione del piano strategico, l’ex presidente della Compagnia di San Paolo e poi di Finpiemonte Partecipazioni Luca Remmert, il segretario generale della Camera di Commercio Guido Bolatto e Luca Asvisio, presidente dell’Ordine dei commercialisti, oltre a Maurizia Rebola, già alla guida del Circolo del lettori.

Figure di rilievo, fior di professionisti, ma non (ancora) in grado di assolver a quel compito ulteriormente reclamato in questi giorni sia dal mondo imprenditoriale sia da quello sindacale, sostanzialmente concordi nel chiedere alla Regione misure di prospettiva, non limitando come avvenuto finora ad inseguire una crisi industriale e occupazionale dietro l'alra. Più d’uno si aspettava un Colao per il Piemonte, con una Regione magari capace di avere un atteggiamento diverso rispetto a quello del Governo nei confronti del piano predisposto dal top manager. E dire che ci si era andati vicino. Per guidare il gruppo di lavoro economico era, infatti, circolato il nome di Domenico Siniscalco. Non solo. Tra Cirio l’ex ministro dell’Economia nel secondo e terzo Governo Berlusconi i contatti ci sono stati, telefonate e messaggi. Poter contare su una figura quale quella dell’attuale vicepresidente di Morgan Stanley, anche senza immaginare una sua presenza fisica costante a Torino (Colao a Londra docet), sarebbe stata una carta molto importante da giocare per il Piemonte sui tavoli del Governo così come sugli stessi mercati e nel mondo economico-finanziario, ma non si sa perché non se ne è poi fatto nulla. D’altra parte si era persino prospettata l’emissione di un Piemonte bond per sostenere finanziariamente misure straordinarie di investimenti e una figura del calibro di Siniscalco sarebbe stata, anche sotto questo aspetto, preziosa. Tutto fermo.

Bisogna fare, invece, molto e in fretta per l’economia piemontese. I sindacati, pur pronti a una collaborazione, stanno comunque già alzando il tiro e sul fronte imprenditoriali l’appena eletto presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, ha già detto che non farà sconti, lasciando intendere di essere pronto a incalzare la politica regionale come e forse più del suo predecessore Fabio Ravanelli.

I segnali, che pur non servirebbero, di quanto importante sia il rapido avvio da parte del governatore e della sua squadra (ieri pomeriggio riunita in seduta di giunta in quel di Canale d’Alba con cena a seguire) di una fase non meno importante e difficile rispetto alla precedente, sono chiari e forti. Adesso per Cirio è tempo di governare.

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