SANITA'

Liste d'attesa, Regione senza numeri

In Commissione l'assessore Icardi ammette di non avere il quadro della situazione in Piemonte. Quanti esami sono stati rinviati per l'emergenza Covid? E come recuperare i ritardi? Per ora si bussa al governo nazionale. Valle (Pd): "Serve un piano regionale"

È uno deglii effetti collaterali del Covid-19: le liste d’attesa negli ospedali, una piaga che già affliggeva il sistema sanitario del Piemonte prima dell’epidemia, e che oggi si è ulteriormente aggravata dopo che per far fronte all'emergenza interi nosocomi sono stati adibiti quasi esclusivamente alla cura dei malati di Coronavirus. Ma quanti e quali sono gli esami rimasti indietro? Qual è il ritardo effettivamente accumulato? E quali sono le aree più in crisi? A queste domande l’assessore alla Sanità Luigi Icardi, affiancato dal direttore Fabio Aimar, oggi in Commissione non è riuscito a dare risposta. Anche perché non solo ci sono da smaltire oltre due mesi di sospensione delle attività ordinarie, ma bisogna anche considerare che in questo momento i tempi di visita sono decisamente più lenti, per le misure di sicurezza imposte a medici e infermieri.

Intanto, in attesa di conoscere la gravità della situazione e delle sue specificità, Icardi ha illustrato le proposte normative che proporrà al Governo per smaltire le liste d’attesa. La prima è il ricorso a prestazioni aggiuntive che oggi sono pagate 60 euro all’ora per i medici, con la proposta di incrementare questa tariffa, ferma al 2006, mentre a infermieri e operatori socio-sanitari vengono riconosciuti straordinari e progetti integrativi. La seconda ipotesi è l’assunzione di dirigenti medici e sanitari in deroga ai limiti di spesa imposti dal decreto Brunetta, il conferimento di incarichi a specialisti e specializzandi e la possibilità di consentire a questi ultimi di refertare e svolgere visite in semiautonomia.  Inoltre, la Regione propone un maggiore utilizzo dei medici ambulatoriali e infine di incrementare il budget ai privati autorizzati e accreditati, aprendo anche ai non accreditati. Tutte proposte che richiedono una modifica dell'attuale normativa nazionale rendendo necessaria una interlocuzione col Governo cui viene richiesto un provvedimento straordinario. Icardi, nel suo ruolo di coordinatore degli assessori alla Sanità, si sta muovendo “con le altre amministrazioni regionali italiane, attraverso la Commissione Salute della Conferenza Stato-Regioni”.

Il problema resta, però, capire quale sia lo stato dell’arte. L’opposizione, con Daniele Valle (Pd) chiede di “ricostruire al più presto la situazione con le aziende sanitarie per pianificare gli interventi necessari al recupero del ritardo e garantire a tutti i cittadini piemontesi l’accesso alle prestazioni sanitarie”. Un altro elemento di criticità è rappresentato dal Cup, il Centro unico di prenotazione, strutturato per 2 milioni di chiamate all’anno e che oggi probabilmente andrebbe potenziato. Un servizio cui potrebbero essere richieste “prestazioni extra, anche ricorrendo a una sua parziale delocalizzazione” spiega Icardi. Mentre per l’opposizione “sarebbe più funzionale il potenziamento del sovracup, ora in affanno, possibilmente senza ricorrere alle ventilate delocalizzazioni”. Tra le poche notizie emerse è che tra gli ospedali pubblici il solo Regina Margherita sembra essere già riuscito a recuperare quasi tutto il suo ritardo, mentre i privati hanno valutato in un mese il ritardo accumulato. Di più, al momento, non è dato sapere.

Icardi ha sottolineato quanto si stia facendo per recuperare le liste d’attesa, evidenziando come una delle principali difficoltà sia la cosiddetta “rivalutazione della gravità”, dal momento che può accadere che una prenotazione risalente a marzo possa – a distanza di quattro mesi – non essere più necessaria o essere stata soddisfatta in modo alternativo al ricorso al Servizio sanitario regionale”.

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