SANITA' & POLITICA

Liste d'attesa e bonus Covid, impasse in Regione

L'assessore Icardi parla di un piano per smaltire esami e visite rimaste in sospeso ma serve l'ok del Governo a una modifica delle norme. E sui premi agli infermieri resta il niet della Ragioneria dello Stato

Liste d’attesa e bonus per personale sanitario: due questioni ancora irrisolte, di cui si è tornato a parlare oggi in Consiglio regionale senza che, però, si intravveda né per l’una né per l’altra una soluzione a breve. L’ingolfamento della macchina sanitaria piemontese alle prese con gli arretrati accumulati nei mesi dell’emergenza sembra comportare conseguenze ben oltre il prevedibile e, in parte, giustificabile ritardo nell’erogazione delle prestazioni.

Un sistema già in affanno prima dell’arrivo del virus, oggi in moltissime situazioni pare ormai al collasso. Se poi si aggiunge la farraginosità delle procedure e servizi dati in appalto come accade all’Asl di Alessandria dove crescono le proteste per la difficoltà e spesso l’impossibilità di ricevere risposte alle richieste di prenotazioni da un call center di Taranto, ben si comprende come sia necessario un rapido intervento da parte delle aziende sanitarie per ridurre il più possibile i disservizi. E proprio di un piano elaborato da ciascuna azienda sanitaria ha parlato questo pomeriggio l’assessore Luigi Icardi rispondendo all’interrogazione del capogruppo di Luv, Marco Grimaldi. “I tre mesi di stop dovuti alla pandemia hanno portato alla posticipazione e all’annullamento di circa il 50% delle visite di controllo e delle procedure ambulatoriali – ha affermato l’esponente della sinistra –. Tali dati sono riscontrabili anche per gli screening oncologici, con circa 20mila le diagnosi in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 e il 64% degli interventi chirurgici è stato rimandato, mentre circa 300mila prestazioni ospedaliere ed ambulatoriali sono state congelate durante il lockdown”. D qui la richiesta che “sia le strutture pubbliche sia quelle private in convenzione si facciano carico in modo facile e trasparente delle richieste di salute dei cittadini piemontesi”.

Richieste alle quali Icardi ha risposto annunciando un progetto dettagliato che fornirà ai consiglieri. Nel frattempo la situazione resta immutata, con telefoni cui risponde un messaggio registrato mentre i cittadini pagano la chiamata e attese per visite o esami che non si sa quanto dureranno. E non si sa neppure come finirà la complicata questione del bonus per il personale sanitario, di cui ha chiesto conto il Pd con il capogruppo Raffaele Gallo. “Ho chiesto all’assessore di fare chiarezza sul tema, visto che qualche giorno fa si è appreso che la Ragioneria dello Stato aveva segnalato l’impossibilità da parte della Regione di stanziare una cifra doppia rispetto a quanto già previsto a livello centrale e che, pertanto il Piemonte non avrebbe potuto incrementare i 18 milioni di risorse statali con altri 36 milioni di euro di risorse regionali”.

Il capogruppo dem ricorda come “nel corso del dibattito sulla legge 12/2020, l’assessore Icardi aveva dichiarato che per poter erogare i 36 milioni del bonus per il personale sanitario sarebbe occorsa una deroga da parte del Governo nazionale dal momento che la norma statale consentiva alle Regioni di stanziare soltanto una cifra pari a quella trasferita a livello statale. Ho chiesto, pertanto all’assessore se tale deroga sia stata chiesta e con quali modalità”. Per Icardi, però, quella deroga sarebbe stata “superata dall’approvazione di un emendamento proposto dalla Conferenza delle Regioni”, mentre è confermata l’intenzione di Palazzo Chigi di non impugnare i provvedimenti delle Regioni. Resta però il nodo da sciogliere con la prescrizione della Ragioneria che ha già comportato l’impossibilità di inserire il bonus nelle buste paga di luglio.

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