Una vita per i bonus

In Italia fra le migliaia di obblighi burocratici e normative affastellate in modo confuso esiste un welfare state altrettanto burocratico e pasticciato. L’esistenza di aiuti e bonus vari influenza ovviamente i comportamenti degli individui e non sempre in modo virtuoso. L’esempio più recente è il reddito di cittadinanza per cui molti falsificano la propria situazione patrimoniale pur di ottenere del denaro senza muovere un dito. Naturalmente non ci si può stupire di ciò, rientrando nella natura umana e nella razionalità dell’azione umana: perché rifiutare un regalo così gentilmente offerto? In alcuni casi è anche difficile individuare un illecito; una famiglia proprietaria di due appartamenti potrebbe affittarne uno al figlio maggiorenne così da sottrarlo al nucleo familiare e risultare senza reddito. In questo caso dove è l’illecito?

Altro effetto deleterio di un simile provvedimento è di spingere molte persone a non cercare lavoro. Perché sforzarsi quando si ha un reddito senza lavorare, specialmente se si può avere a disposizione un alloggio di proprietà? È appurato che l’intervento dello stato crei distorsioni nell’allocazione delle risorse economiche, che liberamente prenderebbero altre strade. Ci vogliamo soffermare però, su un altro aspetto deleterio di questa pletora di aiuti e bonus statali ed è la costituzione di una mentalità assistenzialista nella maggioranza dei cittadini. È capitato più volte di ascoltare delle persone gioire di avere i requisiti per ottenere un’agevolazione o un contributo, come se essere in una situazione di disagio fosse una cosa piacevole. Per assurdo si è contenti di guadagnare poco o di non riuscire a comprare casa perché così si possono ottenere una serie di agevolazioni come una casa popolare, ticket e mensa gratis, ecc. Si instaura nella mente del cittadino l’errato concetto che essere bisognosi sia un fatto positivo così da poter accedere a servizi gratis e godere di ampie agevolazioni, invece che essere angosciati da una situazione di indigenza. Al contrario diventa disdicevole riuscire ad ottenere un lavoro ben retribuito e riuscire a risparmiare e acquistare una casa e non dipendere dall’aiuto dello Stato. Una mentalità da “cappello in mano”. Ciò ha delle conseguenze a vari livelli. La prima di queste è di creare una dipendenza nei confronti dello stato che diventa un dispensatore di servizi e risorse gratis con l’ovvia conseguenza di ridurre le capacità decisionali e l’autonomia dell’individuo. Non si ha più l’individuo libero e responsabile, ma una sorta di bambino cresciuto incapace di intraprendere qualsiasi iniziativa e dipendente dalla mamma-stato. Un cordone ombelicale che non si stacca mai, dalla culla alla tomba.

Creandosi questa dipendenza altra conseguenza è la fine della responsabilità. Se in ogni caso lo stato viene in soccorso, perché impegnarsi alla ricerca di un lavoro o a frequentare un corso professionale, solo per fare un paio di esempi? Si crea un individuo passivo che aspetta mamma-stato che lo imbocchi e gli rimbocchi le coperte. Passività e ricerca dei contributi statali non possono che avere delle conseguenze più generali come il rallentamento economico. Perché cercare lavoro quando ci sono tante mammelle statali da succhiare? Lo si è visto chiaramente con il reddito di cittadinanza che ha spinto molti a ingegnarsi per prenderlo abbandonando la ricerca del lavoro. E aggiungiamo, come dargli torto?

Stessi effetti si hanno nel campo delle imprese, con imprenditori specializzati nel prendere contributi e agevolazioni: molte imprese nascono solo per accaparrarsi contributi statali ed europei. Una parte di queste imprese continuerà la sua avventura imprenditoriale con benefici per tutti, ma una parte, finiti le agevolazioni, fallirà miseramente. Anche fra gli imprenditori si crea la categoria di chi va con il cappello in mano ad elemosinare aiuti al politico di turno.

Tutto questo insieme crea cittadini sempre meno autonomi e dipendenti dallo Stato, meno responsabili e meno liberi con tutte le conseguenze del caso, compresa la diffusione di tante dipendenze.

print_icon