Fantasmi e mostri "espiatori"

“Le piramidi sono state costruite dagli alieni!”. La convintissima affermazione è del miliardario americano, di origine sudafricana, Elon Musk. L’uomo, ricchissimo ma non certo noto per i suoi titoli accademici, ha fatto rimbalzare su Twitter la sua originale teoria riguardante i grandi monumenti dell’epoca dei faraoni, causando reazioni di vario genere, tra cui quella del Ministro della Cooperazione Internazionale. L’egiziano Rania Al Mashat, per dimostrare all’eccentrico miliardario l’infondatezza del suo pensiero, ha infatti invitato Musk a visitare il sito archeologico del Cairo e a studiare la gigantesca mole di scritti e incisioni inerenti i grandi monumenti funerari.

È relativamente facile immaginare le fragorose risate degli archeologi, del calibro del famoso egittologo Zahi Hawass, che hanno accompagnato la lettura della notizia ripresa su tutti i social, ma è altrettanto scontata l’ipotesi che siano stati molti a credere nella bontà della “scoperta” fatta dal facoltoso statunitense. Preso atto degli strampalati tempi attuali, non è da escludere come un tale strafalcione storico possa in futuro diventare un titolo idoneo alla nomina di Musk quale direttore del Museo Egizio del Cairo, oppure a consulente di quello di Torino e di Londra.

Balza sempre agli occhi, soprattutto quando si cercano extraterrestri o fantasmi nella veste di capri espiatori, la velocità con cui alcune notizie infondate rimbalzino da giornale a giornale, sino a diventare di dominio pubblico e, conseguentemente, entrare nel campo delle “Verità incontrovertibili”.

Il dubbio, in fine dei conti, è quello che alieni e mostri vari possano far comodo a chi deve per forza riempire le pagine web e quelle dei quotidiani con news leggere, adatte ai mesi estivi così come alle epoche emergenziali. Il potere, è risaputo, preferisce avere a che fare con elettori che seguono tutte le puntate di “X-Files” (serie amata anche da chi scrive) anziché fedelissimi delle inchieste realizzate da “Presa diretta” (programma di giornalismo d’assalto neanche lontanamente paragonabile alla fucina d’odio prodotta da Rete Quattro - Mediaset).

Funzione simile, a quella attribuita agli omini verdi di Marte, è riservata agli sbarchi sulle nostre coste di barconi stracarichi di migranti. Uomini e donne, bambini inclusi, decisi a sfidare le acque profonde del Mediterraneo per raggiungere l’Europa, e diventare così strumenti utili all’ascesa di quei partiti che gridano, in ogni occasione pubblica, “Prima gli italiani” (spergiurando nella loro propaganda di non essere razzisti).

La distrazione di massa è la maggior responsabile del mantenimento in vita del “Sistema Italia”. Una memoria collettiva a breve termine, ma atta al proliferare di paradossi prettamente italici. Tra tutti, quello di imprenditori molto preoccupati a fronte di un’epidemia Covid19 che avrebbe potuto interdire l’arrivo di badanti e raccoglitori di frutta: angosciati al punto di muovere onorevoli e assessori regionali per favorire l’arrivo di migranti, ma sempre pronti a sostenere anche economicamente i partiti cosiddetti sovranisti (Lega e Fratelli d’Italia). Titolari di azienda solo apparentemente schizofrenici, poiché in realtà molto bravi a favorire l’ingresso nel Paese, grazie alle politiche dei propri partiti di riferimento, di lavoratori clandestini facili da sfruttare con salari da fame.

Avessimo avuto la fortuna di leggere di interventi alieni anche nella costruzione del Colosseo di Roma, e magari di forze mistiche occulte responsabili di improbabili lievitazioni notturne di Barbara D’Urso, saremmo immersi in un beato ottimismo cosmico. Invece siamo costretti (pure a Ferragosto) a fare i conti con le miserie umane quotidiane, leggendo di deputati e consiglieri regionali non appagati dalle golose indennità di carica elettiva al punto da incassare il bonus governativo destinato alle partite iva.

Lo sdegno dei cittadini, in questo caso, non è dovuto all’esigua somma riscossa dai soliti furbetti che siedono nelle Istituzioni, bensì alla povertà intellettuale degli eletti che hanno avuto accesso alla misura di sostegno post epidemia virale. Questa appropriazione di denaro pubblico, seppur legittima secondo la norma, segna certamente uno dei punti più bassi toccati dalla Politica. Preoccupa molto l’essere di fronte a una classe dirigente partitica inquinata da una miriade di candidati a ruoli pubblici motivati, esclusivamente, da calcoli economici di profitto tali da raschiare qualsiasi barile si presenti loro innanzi.

La triste, e pietosa, vicenda svela al contempo i punti deboli di uno Stato che da svariati anni imita il modus operandi delle Circoscrizioni metropolitane, ossia la concessione di contributi a pioggia a fronte di scarsissimi investimenti accompagnati a riforme di ampio respiro sociale. Il “bonus” è un’arma spuntata che mostra la debolezza strutturale e strategica di chi ne fa abbondante uso.

Il welfare, nelle democrazie evolute, ha caratteristiche di universalità poiché include nullatenenti e possidenti. Nessuno deve essere ignorato dalla Sanità pubblica e neppure dai servizi sociali, ma quando le misure di sostegno hanno carattere estemporaneo (interventi ideati solo per far fronte a un’emergenza di bilancio familiare o di impresa), queste non possono essere a beneficio di individui dalle entrate certe e cospicue. La richiesta del bonus da parte di alcune figure istituzionali è inopportuna quanto eticamente riprovevole.

Speriamo che per Ferragosto la televisione ci informi su lupi mannari oppure su mostri comparsi nel lago di Como. Annebbiare il cervello in modo che nessuno disturbi il manovratore.

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