Caucino, ora zitta e Mosca

Noi, Chiara e lo scuro orizzonte che si para di fronte al Piemonte. Difficile non immaginarselo così, con amministratori così. Lei, Chiara Caucino, si è spesso lamentata di quel cono d’ombra in cui è rimasta rispetto ad altri suoi colleghi e per questa ragione ha cambiato addetti stampa come tailleur. Ma il giorno del riscatto, dicono, viene per tutti. Quello dell’assessore leghista al Welfare non è da segnare sul calendario. I riflettori sono una plafoniera al neon da ballatoio.

Della bega di ringhiera con la collega di Fratelli d’Italia Elena Chiorino sulla vicenda del tentato trasferimento del direttore generale dell’Asl di Vercelli Chiara Serpieri si è detto e scritto nell’ultima settimana, conclusa con una giunta in cui Alberto Cirio ha picchiato (metaforicamente, ma è già molto) i pugni sul tavolo mentre, sedute allo stesso, le due continuavano a battibeccare.

Una brutta pagina per il governo del Piemonte. Già non era stato un granché il piano per sistemare a Biella Serpieri. Appena scopertolo, il consigliere leghista Michele Mosca, ovviamente biellese pure lui, aveva scatenato l’iradiddio trovando più di un alleato, ma subito erano volate le accuse della Chiorino verso la collega leghista rea di aver avallato quella scelta, peraltro poi rientrata.

Un bel tacer non fu mai scritto. Infatti tocca scrivere di chi l’arte del silenzio (al momento opportuno) farebbe bene a conoscerla come quella della guerra di Sun Tzu. Come se questo ambaradan fosse nato al di fuori e non tutto dentro al suo partito, l’assessora leghista fiero l’occhio e svelto il passo giammai ci sta a passar per boia e, insomma, mollare. Lei, che prese come collaboratore un tizio inginocchiatosi a Predappio davanti alla tomba del Duce, anziché seguire l’esortazione del governatore, imbarazzato e pure parecchio incazzato per quella bega, rilancia. Lo fa buttando avanti un ego smisurato.

“Prima diffamata per il bonus Covid mai richiesto, poi per cambio al vertice dell’Asl mai proposto, ora il messaggio anonimo che girerebbe su chat e nelle redazioni giornalistiche...”, scrive in un post che chiosa chiedendo(si): “Ma quanto faccio paura?”.

Tanta, assessore. Ne fa tanta paura sapere che la regione è governata (?) da chi non riesce a risolvere neppure una faccenda come ricollocare un dirigente (dopo aver lasciato intendere di mandarlo a casa) e, ancor più, da chi crede di essere erede della Thatcher e si muove con sprezzo del ridicolo mentre la faccenda per il Piemonte è terribilmente seria. L’ultimo spenga la luce, sul ballatoio.

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