GLORIE NOSTRANE

Airaudo, posto a vita in Fiom

Il sindacato dei metalmeccanici è casa sua. Entra ed esce a suo piacimento. Lasciato per fare il parlamentare e il candidato sindaco di Torino ora vi ritorna alla guida della segreteria regionale. La carriera del cocco della sinistra glamour subalpina

Almeno lui il posto garantito ce l’ha. Giorgio Airaudo ritorna dopo sette anni alla guida della Fiom Piemonte. Verrà eletto domani dall’assemblea generale convocata alle 10,30 presso la “Fabbrica delle e” del Gruppo Abele in corso Trapani 91 a Torino. Entrato praticamente con i calzoni corti e un diploma di perito elettronico nel sindacato dei metalmeccanici della Cgil, sotto l’ala di Fausto Bertinotti Airaudo ha scalato tutta la gerarchia interna: nel 2001 diventa segretario provinciale, nel 2006 segretario regionale, nel 2010 va a Roma nella segreteria nazionale come responsabile del settore auto e in tale ruolo rimedia sonore sconfitte nelle vertenza Fiat in cui cerca di tener testa a Sergio Marchionne.

Della marginalizzazione della Fiom, conseguenza del rifiuto di firmare il contratto aziendale, è tra i principali responsabili, ma nessuno gli chiede conto. Anzi, nel 2013 viene premiato con uno scranno da deputato sotto le insegne di Sel. Nel dicembre 2015 lancia la sua candidatura a sindaco di Torino con la lista Torino in Comune (che raccoglie Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista), una decisione che risulterà fatale per il centrosinistra subalpino e che contribuirà alla vittoria della grillina Chiara Appendino. Lascia il seggio in Sala Rossa, tenta una disperata corsa al Senato con Leu, e torna a fare il funzionario in Fiom.

Ora il ritorno al vertice al posto di Vittorio De Martino, operaio e delegato sindacale della Bertone, che dopo sette anni lascia avendo raggiunto l’età della pensione. A incoronarlo ci saranno Massimo Pozzi, segretario della Cgil Piemonte e Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil.

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