Con Renzi tutta un’altra storia

L'8 dicembre andrò a votare per le primarie del Pd, nonostante i tanti errori commessi in questi mesi, e sosterrò il sindaco di Firenze. Che ha davanti a sé nodi politici cruciali, a partire dalle elezioni Europee

Caro Direttore,

Le chiedo ospitalità per rivolgermi ai tanti amici che nel corso degli anni hanno condiviso con me un percorso politico o anche solo un tratto del medesimo. Non sono più iscritto ad alcun partito ormai da tre anni, e nelle ultime elezioni politiche non mi sono candidato avendo già dato il mio contributo di Legislatore per ben tre legislature. Nel febbraio scorso ho votato e fatto votare il Partito democratico, ritenendo quel partito il più prossimo alle ragioni per le quali, con grande sofferenza interiore, nell'autunno del 2011 lasciai l'Italia dei Valori - in dissenso da Di Pietro sul decreto "Salva Italia", per poi di mettermi da parlamentare (dimissioni respinte), essendo sempre stato prevalente in me l'interesse generale a quello particolare, pur se legittimo!

Come cittadino, credo che non  si possa abdicare alla Politica, ecco perché l'8 dicembre andrò a votare per le primarie del Pd, nonostante i tanti errori commessi in questi mesi e il "suicidio" politico perpetrato in occasione della elezione del Presidente della Repubblica, quando un terzo dei parlamentari del Pd hanno impallinato il Promotore, il Fondatore, il Padre dell'Ulivo e del Pd: Romano Prodi.

Nell'autunno dello scorso anno fui l'unico parlamentare ad essere presente in prima fila all'incontro di Matteo Renzi con i Piemontesi a Torino. Ora in soccorso della sua vittoria arrivano in tanti e senza spiegare il perché un anno fa stavano sul fronte opposto. Io ero in prima fila, mettendoci la faccia, perché allora (ma anche ora)  Renzi è il più prossimo alle ragioni per le quali nel 1995 mi impegnai nei "Comitati dell'Italia che vogliamo", poi diventati "Comitati Prodi".

Matteo ha già vinto il Congresso degli iscritti, cioè nel campo a lui più avverso. Ha vinto anche nella mia Città, Chivasso, dove la stragrande maggioranza del Partito era schierata sul fronte opposto. Renzi ha vinto ma ha perso il "Partito" quello con la "P" maiuscola, hanno perso cioè quelli che rappresentavano la "Ditta". Non era e non è Renzi l'avversario di Cuperlo, ma - per dirla con l'amico  Arturo Parisi - è la Storia.

Il ruolino di marcia al vincitore delle primarie, al nuovo segretario del Partito democratico Matteo Renzi, glielo daranno gli eventi, come per il caso Cancellieri. Ma nella loro soluzione, la domanda cruciale sarà: chi comanda? Il partito? Il Presidente del Consiglio? Il Presidente della Repubblica? Oggi il Pd è il partito del Presidente!  Faccio un esempio per farmi capire meglio. Sulla Riforma della Legge elettorale chi comanderà? Chi vuole il ritorno al proporzionale  o chi vuole il mantenimento della legge attuale, magari trasformata in un superporcellum oppure, come ha più volte affermato Matteo Renzi, il ritorno al maggioritario di collegio (Mattarellum), per non vanificare, ad oltre due anni di distanza, il milione e duecento mila firme raccolte in piena estate dai Promotori del Referendum abrogativo del Porcellum?

L'appuntamento vero, però, per Matteo Renzi e per il Pd sarà quello delle Elezioni Europee. Questo varrà anche per Alfano, Grillo, Vendola. Non per Monti e Scelta Civica che sono oramai fuori gioco. Dal 9 dicembre prossimo, la questione centrale diventerà come vincere quelle elezioni. La stessa domanda che accompagnò Bersani dallo scorso dicembre a febbraio. Renzi ha un solo vantaggio: fare peggio di allora non sarà facile!

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