Cari Sergio e Guido

Lettera aperta di un giovane imprenditore a Chiamparino e Crosetto, probabili sfidanti alle prossime elezioni regionali. Alla luce dell'inchiesta della magistratura, impegnatevi a non ricandidare i consiglieri rinviati a giudizio

Gentile Direttore de Lo Spiffero,

Le scrivo questa mia, rivolta a Lei, ma in special modo a coloro che si stanno configurando, più chiaramente, come i prossimi candidati Governatori della Regione Piemonte. La lettera è rivolta, quindi, anche a Sergio Chiamparino e Guido Crosetto.

Sono un giovane imprenditore nel campo dell’editoria digitale, piemontese da generazioni. Quella che vorrei sollevare è una piccola richiesta, che sono sicuro molti piemontesi condivideranno. Oggi lo Stato e le Regioni sono i maggiori azionisti delle nostre aziende. A loro spettano gran parte dei nostri profitti e del nostro sudore. Non è mia volontà colpire le istituzioni, ma vi chiedo di condividere un ragionamento di opportunità politica.

Entrambi siete, o siete stati, amministratori locali e leader nazionali, che hanno saputo dimostrare concretamente le proprie capacità. Vogliamo dare a voi, così come agli altri futuri candidati, la chance di poter essere anche buoni Governatori. Qualcuno penserà, “l’illusione di un giovane che non conosce il mondo”. Non è così. Alla nostra età non possiamo far altro che sperare che ci siano ancora uomini in grado di guidarci fuori dalla crisi che strangola il Paese e le possibilità di noi giovani.

La magistratura sta facendo il suo corso in Piemonte. E' di oggi la notizia del rinvio a giudizio del Governatore Cota e di altri 39 Consiglieri. Rinvio a giudizio non significa, come sappiamo, essere colpevoli. Significa dover chiarire la propria posizione in giudizio, essendoci elementi rilevanti che minano la posizione degli indagati. Sono sicuro che condividiate con me l’ideale garantista, nei confronti di chi non sia stato dichiarato “colpevole”. Non siamo noi i giudici dei loro atti. Ma possiamo discutere dell’opportunità politica di una ricandidatura, di cui oggi si vocifera per molti di loro (nelle ormai prossime elezioni regionali). Non deve essere la giustizia a guidare le scelte di un leader politico, ma, allo stesso modo, la lungimiranza dovrebbe essere una delle prime qualità di chi si occupi e amministri la cosa pubblica. Questi sono i soldi dei piemontesi. Sono i soldi di chi tutte le mattine si alza e va a lavorare onestamente.

Sono sicuro che condividiate, lette anche le motivazioni dei pubblici ministeri, che coloro che sono stati rinviati a giudizio non possano più occuparsi della cosa pubblica e, quindi, ricandidati, fin quando non abbiano chiarito la loro posizione in giudizio. Nella speranza di poter trovare spazio nel suo quotidiano, che seguo spesso.

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