Piemonte, cuore euromediterraneo

La nostra regione è cardinale per le sorti dell’Italia e dell'Europa: sorti di uno spazio complesso, grande, che ha bisogno di occasioni di incontro e di “motorini d'avviamento” che stimolino le relazioni. O ci si salva insieme o non si salva nessuno

Chi conosce il Piemonte resta affascinato dalle bellezze, dalle eccellenze, dalle risorse, di cui è trapuntato. Resta ammirato dalla cultura del lavoro, della ricerca, della sperimentazione. Dal gusto per il “capolavoro”.

A guardarlo dall’alto e a conoscerne la storia, ci si rende conto di quanto il Piemonte sia cardinale per le sorti dell’Italia, dell'Europa, del Mediterraneo: sorti di uno spazio complesso, grande, che ha bisogno di occasioni di incontro e  di “motorini d'avviamento” che stimolino le relazioni e quindi l’economia.  Il Piemonte che vogliamo deve diventare il cuore della regione Euromediterranea, per disegnare un destino di sviluppo, di cooperazione, di cultura.

Purtroppo negli ultimi anni il Piemonte è stato governato da una forza politica animata da una visione meschina e pericolosa: fondata sulla discriminazione e sulla presunzione di superiorità di qualcuno, verso qualcun altro. Lo ribadiamo: grazie, basta così!

Un cambiamento praticabile facendo alcune scelte strategiche, che ci auguriamo diventino assi di politiche pubbliche.

La prima scelta è quella per la legalità. Scelta che è profondamente iscritta nella cultura e nella tradizione piemontesi. La legalità in un contesto democratico è sinonimo di libertà, di autonomia, di emancipazione. Legalità, in un contesto democratico, evoca la sicurezza sul lavoro, la tutela dell’ambiente, il contrasto delle mafie, il rispetto della salute, la trasparenza dell’amministrazione. Vuol dire che i furbi pagano e i meritevoli si realizzano.

La seconda scelta è quella per la scuola. Anch’essa iscritta nel DNA del Piemonte. La scuola è la più importante infrastruttura del Paese. La scuola, in tutte le sue articolazioni, è il più decisivo investimento per la tenuta sociale, per moltiplicare posti di lavoro, attraverso innovazione e competenze, per costruire una laicità virtuosa  e letteralmente “scatenante”.

Così il Piemonte cresce, contribuendo a far crescere. Perché è vero: o ci si salva insieme o non si salva nessuno. Coraggio!

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