Orizzonte liberale per il Piemonte

Posizioni che solo un anno fa sembravano minoritarie, si stanno affermando nei fatti in modo trasversale. Da Roma a Torino, le nuove parole d'ordine sono taglio della spesa pubblica e liberalizzazione dei servizi

Mettiamo in fila i fatti, e parlando di una Regione cerchiamo di capire il quadro nazionale.

In Piemonte, il centrodestra si ricostruisce a partire da Gilberto Pichetto, Claudia Porchietto e da Gianna Gancia. E’ una base politica, culturale e anche economico-sociale condivisa, con accenti liberali, territoriali, e anche di prospettiva più lunga. A margine e fuori da questo gruppo, restano il modello antieuropeo e nazionalista post-AN e post missino (da cui forse con il tempo si tirerà fuori Crosetto, per intanto coinvolto) e il sistema dell’immigrazione e dell’amministrazione pubblica, in cui si sta spingendo NCD con l’alleanza con UDC e popolari, di marca ministeriale anni Sessanta. Un quadro buono insomma, una ricostruzione a destra dotata di adeguata omogeneità, che attorno alle persone tende a identificare un progetto, e a tralasciare le forze che quel progetto ovviamente contrastano.

D’accordo, nel Piemonte e nella Torino di sinistra l’odore del vecchio PCI è ancora molto forte – con l’acclamazione della Bresso, per esempio - ma intanto alcuni vecchi personaggi sembrano esclusi dal listino, e altre novità si affacciano ogni giorno. Anche a Chiamparino inizia a dire che sarà necessario fare delle gare per assegnare il trasporto pubblico locale, zona per zona. Diventa costretto a fare un po’ come già dice la legge e come predica da tempo l’Istituto Bruno Leoni. A Chiamparino toccherà essere un po’ renziano, insomma.

Abolizione del CNEL, taglio delle teste nelle province, dimagrimento e pulizia delle partecipate, riduzione dei costi delle Camere di Commercio, ognuno lo sostiene con i suoi modi, da Monti a Renzi: ma il cambiamento è in corso. Nel 2012 il discorso politico era confinato al manifesto del 28 luglio di Fermare il declino, e sembravamo un manipolo di pazzi guidati da un genio rivoluzionario, mentre Monti stava solingo a combattere sotto l’ombrello di Napolitano. Nel 2014, il quadro è davvero diverso.

Oggi molto è cambiato, il discorso dei dieci punti si è diffuso, è entrato nei giornali e in televisione, sta diventando dominante. Anche noi abbiamo maggiore forza. Naturalmente si sente ancora la spinta antisistema ad ogni costo, che sconfina nel grillismo. Molta rabbia e pancia è rimasta in altri movimenti, ed ha comunque dovuto ingoiare la durezza del compromesso, della coalizione e dell’ambizione personale in vista delle europee. Cultura politica fragile, come larga parte di un Paese che ha subito un ventennio di mazzate antipolitiche.

Eppure – nelle traversie quotidiane, dobbiamo riconoscere i progressi fatti. Il mondo esterno è più favorevole: burocrazia, partecipate, camere di commercio, eccesso di statalismo, boiardi, inefficienze e corporazioni sono attualmente sotto tiro, e sembra che non reggano il colpo, malgrado godano ancora di difese nell’informazione, nelle banche, nell’amministrazione. Il quadro politico si sta lentamente ricomponendo, e forse si intravvede una concentrazione di forze intorno ad un pacchetto di idee ormai diffuso, e che fu espresso in prima istanza proprio da noi, il 28 luglio 2012.

Sono energie che ancora non sono una forza politica unica, ma che tuttavia possono diventarlo. Ne vediamo anche i primi passi operativi. C’è qualche persona al governo e fuori dal governo, in posizioni operative, che lavora sui nostri temi. Altri ve ne sono, da più tempo al lavoro, e che ci seguono, e sono variamente distribuiti nei partiti esistenti.  In Piemonte, a Roma, in Veneto, in Lombardia, in Emilia, in Liguria, in diversi comuni, al di là delle sigle, esiste la possibilità di dar forza ad un programma condiviso con un gruppo di leader.

Per carità, tutto sembra ancora da fare. Vogliamo dare forza e tribuna ad ALI in Piemonte, e provare a sostenere questo grande impegno e lavoro collettivo. Vediamo se ci riusciamo.

Guardiamo fuori, c’è bel tempo, e il calendario segna primavera.

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