Oil free zone anche in Piemonte

Con il progetto "Carpignano Sesia" una porzione significativa di territorio, che coinvolge le province di Novara, Biella e Vercelli, rischia di essere interessato da un’opera dal forte impatto ambientale. Preoccupazioni per la salute e la sicurezza

Lo scorso 17 dicembre Eni ha presentato alla Regione Piemonte istanza per l’avvio della valutazione di impatto ambientale sul progetto di perforazione del pozzo esplorativo denominato «Carpignano Sesia 1 dir» nell’ambito del permesso di ricerca “Carisio”. Tale istanza sostituisce quella presentata nel marzo del 2012 relativa al progetto “Carpignano Sesia 1” e successivamente ritirata nel giugno del 2013 con lo scopo di definire una nuova ubicazione e l’utilizzo di nuove tecnologie per il pozzo.
 
Si riaffaccia quindi la possibilità che una porzione significativa di territorio, che coinvolge le province di Novara, Biella e Vercelli, venga interessato da un’opera caratterizzata da un forte impatto ambientale nei confronti del quale sia la cittadinanza che le amministrazioni locali hanno espresso una forte e motivata contrarietà. Si tratta di preoccupazioni che vanno oltre gli aspetti tecnici ma riguardano prospettive di lungo periodo di carattere sociale ed economico. Ma l’indisponibilità, al momento, di strumenti di tipo normativo che consentano di rigettare l’istanza sul piano tecnico, pone la questione di fare scelte, da parte della politica, di carattere pianificatorio che mettano per sempre al riparto il territorio piemontese da opere con forti rischi di impatto ambientale e nello stesso tempo all’avanguardia nel campo dei nuovi modelli di sviluppo.
 
In questa direzione può essere d’aiuto l'articolo 34 del Collegato Ambientale, provvedimento che introduce il concetto di green economy nella legislazione italiana, approvato in prima lettura alla Camera dei Deputati lo scorso 13 novembre, che promuove in Italia l'istituzione delle "oil free zone" ovvero la “aree libere dal petrolio”, quali aree territoriali dove si prevede la progressiva sostituzione del petrolio e dei suoi derivati con energie da fonti rinnovabili.
 
La costituzione di tali aree, nelle quali si avviano sperimentazioni, realizzazione di prototipi e implementazione sul piano industriale di nuove ipotesi di utilizzo dei beni comuni, viene promossa dai Comuni interessati, tramite le Unioni di Comuni di riferimento, che adottano uno specifico atto di indirizzo. Le modalità di organizzazione delle "aree oil free zone" sono rimesse alla legislazione regionale. Al riguardo è prevista, per le Regioni, la possibilità di assicurare uno specifico sostegno finanziario alle attività di ricerca, sperimentazione e implementazione delle attività produttive connesse alla costituzione di tali aree.
 
Le “aree libere dal petrolio” sono già oggi una realtà concreta. La Valle di Primiero in Provincia di Trento, valle alpina ai piedi del Gruppo Dolomitico delle Pale di S. Martino, recentemente nominate dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità, sta percorrendo la strada verso la completa sostenibilità energetica ed ambientale attraverso il progetto "Oil free zone". Un'iniziativa sostenuta dalla locale azienda Acsm S.p.a, dalla Comunità di Primiero con le otto amministrazioni comunali e dal Distretto Tecnologico Trentino. Le “aree libere dal petrolio” rappresentano in questo momento la più interessante opzione di programmazione volta a favorire un sviluppo economico in chiave di sostenibilità del nostro territorio alternativa a quella basata sui combustibili fossili alla base del progetto «Carpignano Sesia 1 dir». E in Piemonte c’è terreno fertile per costruire progetti seri: pensiamo alla proposta, già supportata da un progetto Enea, di sfruttamento dell’energia geotermica presente nei pozzi esauriti di Agip presso Villafortuna a Trecate o della riconversione industriale del polo chimico di San Marino di Trecate nella chimica verde industria nella quale la novarese Novamont e l’alessandrina Beta Renewables (Gruppo Mossi Ghisolfi) sono leader mondiali.
 
Per realizzazione di tale obiettivo serve però la volontà politica e un’azione rapida e coordinata di tutti i soggetti tecnici, economici e istituzionali. Il 2015 si prospetta come l’anno di svolta nel passaggio da un’economia basata sui combustibili fossili a quella guidata dalla sostenibilità ambientale a seguito delle decisioni che verranno prese alla conferenza sul Clima di dicembre a Parigi. Il Governo Renzi, proprio in questa prospettiva, ha annunciato un Green Act nel mese di Marzo. Il Piemonte può diventare capofila, tra le regioni italiane, in questo passaggio fondamentale per il futuro del Paese.
 
 
*Fabrizio Barini, Coordinatore provinciale Associazione Ecologisti Democratici di Novara

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