Il Piemonte metta il turbo

Se le politiche industriali hanno una portata nazionale, la Regione può giocare un ruolo attivo attraverso le risorse dei Fondi strutturali, soprattutto a quelle afferenti agli assi Innovazione, Competitività e Energia. Ma devono partire i bandi

Il monitoraggio di Confindustria Piemonte conferma per il quarto trimestre 2015 i segnali positivi di ripresa dell’industria piemontese. Più in generale il nostro Paese e la nostra Regione stanno uscendo dalla crisi con segnali sempre più univoci, come dimostrano le rilevazioni e i dati statistici sul mercato del lavoro, sul clima di opinione e sugli impegni bancari. Un contributo forte in questa direzione è stato dato dall’impianto di riforme finora messe in atto dal Governo nazionale: dal Jobs Act, alla riforma della giustizia civile, alla delega fiscale, alla legge annuale sulla concorrenza in corso di approvazione alla Camera. A sostegno della crescita occorre che la politica nazionale torni ad occuparsi in modo organico di  politiche industriali, dopo che per anni in cui l’orientamento generale è stato caratterizzato da un approccio verbale e di deregulation da parte dei governi nazionali nei confronti delle politiche industriali. Ma cosa si intende oggi per politica industriale? L’industria secondo le definizioni della letteratura corrente in materia include non solo il tradizionale settore manifatturiero ma anche la produzione di servizi, che sono sempre più legati e connessi con i beni fisici (lo sviluppo terziario è trainato dai servizi alle imprese). La politica industriale, deve essere considerata come un insieme di interventi dinamici che fissano le regole del gioco concorrenziale da un lato, e che accompagnano il cambiamento strutturale dell’economia dall’altro. Le misure mirate a promuovere l’accesso alle risorse e il loro sfruttamento sono sia orizzontali, vale a dire applicate nella stessa maniera a tutte le industrie, che verticali, vale a dire specifiche ai settori.
 
Nella prossima legge di stabilità abbiamo intenzione di proporre alcune misure volte soprattutto a favorire gli investimenti ed i settori ad alto valore aggiunto, tra cui:
- la riproposizione della legge Sabatini per rilanciare gli investimenti in macchinari;
- la Riduzione dei tempi di ammortamento degli investimenti in beni strumentali (sul modello legge Macron), con un regime di maggior favore per le imprese di settori innovativi;
- l’introduzione di un credito di imposta permanente, automatico e di importo significativo (sul modello francese) per gli investimenti in R&S: 30% delle spese annue fino a 100 milioni di euro per società, 5% se la spesa annuale è superiore a tale soglia;
- la creazione (o attivazione in strutture di eccellenza già presenti nel paese) di un Transfer Lab nazionale che operi in logica di sussidiarietà a supporto del sistema di trasferimento tecnologico locale;
- la conferma e stabilizzazione del bonus ristrutturazioni (50%) e del bonus per il risparmio energetico (65%);
- l’individuazione (nella legge di stabilità o in un provvedimento collegato) dei settore industriali potenzialmente oggetto di misure «verticali» di sostegno.
 
 
Guardando più nello specifico alla situazione strutturale del Piemonte i lavori dell’Ires Piemonte ci dicono che il Piemonte, per la natura prevalentemente manifatturiera del suo tessuto produttivo e per la difficoltà di riposizionarsi verso servizi ad alto valore aggiunto ha sofferto la crisi più di altre Regioni del Nord. Il Pil del Piemonte è sceso del 2,5% nel 2012 e dell'1,8% nella media del 2013, un andamento lievemente più sfavorevole rispetto al Settentrione nel suo complesso, con una crescita media nel 2014 vicina a zero. Rispetto al 2007 il Piemonte ha registrato una perdita di valore aggiunto industriale, in di circa il 15% e un grave arretramento nel potenziale produttivo. Dopo il crollo di quasi il 21% in termini di volume nel biennio 2008-2009, l'export del Piemonte ha recuperato il +13% circa nel 2010. Successivamente ha subito un riallineamento aumentando del 7,5% circa nel 2011, quindi a tassi più modesti successivamente, ma è pur sempre risultata aumentare di circa il 4% nel 2014. La produzione industriale ha mostrato tassi di crescita tendenziali positivi nella seconda metà del 2013 che si sono confermati nel 2014. Bene chimica, gomma e mezzi di trasporto; contrazione, invece, per legno e mobili. Le previsioni  delle imprese piemontesi, nel settore manifatturiero nel 2015, indicano un miglioramento e confermano la ripresa della produzione, legata a un rafforzamento degli ordini soprattutto (ma non solo) dall'estero.
 

Andamento di alcuni indicatori socio-economici (%)

 

2011

2012

2013

2014

2015

Pil

+1,0

-3,3

-2,1

0,0

+0,9

Consumi

+0.1

-3,3

-1,9

+0,5

+1,7

Investimenti

-3,1

-10,7

-4,9

-2,7

+0,6

Occupati

1.832

1.815

1.771

1.773

-

Disoccupazione

7,6

9,2

10,5

11,3

-

 (Fonte: elaborazioni IRES su dati Nomisma, ORML Piemonte, Clima d'opinione)

 

Quindi, se il tema delle politiche industriali deve avere necessariamente una portata nazionale, anche la Regione può, tuttavia, giocare un ruolo attivo attraverso le risorse dei Fondi strutturali soprattutto a quelle afferenti agli assi Innovazione e ricerca, Competitività e Energia Sostenibile (che assorbono più del 65% delle Ricerche POR Fesr), con cui si auspica che al più presto partano i bandi volti in particolare:
- al sostegno delle  attività collaborative di R&S per lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi (Poli di innovazione);
- alla creazione e al consolidamento di start-up innovative ad alta intensità di applicazione di conoscenza e alle iniziative di spin-off della ricerca;
- agli aiuti per investimenti in macchinari, impianti e beni intangibili, e accompagnamento dei processi di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale;
- alla promozione dell’co-efficienza e riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche e climalteranti delle e all'installazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile per l'autoconsumo, dando priorità alle tecnologie ad alta efficienza.
 
Questi interventi sono in linea con le politiche nazionali finora adottate e con quanto i paesi europei più avanzati hanno già fatto in materia di innovazione, sostegno agli investimenti per le piccole e medie imprese e con l’individuazione di un settore verticale come quello dell’efficienza energetica e della sostenibilità applicata all’industria che può avere mille declinazioni e generare un considerevole indotto. Così finalmente il Piemonte potrà di nuovo mettere il turbo.

print_icon