Piemonte, andamento lento

Imprese piemontesi ottimiste ma l'economia della regione nel suo complesso cresce meno della media nazionale mentre altre aree del Nord sono più virtuose. L'augurio di Natale è che si sveglino le coscienze e le intelligenze per il bene della comunità

Caro Direttore,
Conoscere la realtà è essenziale per poterla migliorare. Così come gli storici ci insegnano che un conto è quanto ci è stato raccontato dai nostri genitori e dai nostri nonni, un conto è come è andata nel suo complesso e per davvero la seconda Guerra mondiale. Così per la economia.
 
I dati giornalieri più o meno positivi della economia piemontese, come la indagine sul l'ottimismo delle imprese, non vanno confusi con il dato complessivo della nostra economia regionale che, come ha dichiarato Carbonato il Piemonte nel 2015 crescerà dello 0,6% mentre come ha detto ieri il Centro Studi di Confindustria la economia italiana crescerà dello 0,8% e la economia delle regioni del Nord crescerà dell'1% dato di Banca d'Italia. Questo vuol dire che mentre il campione delle imprese è ottimista, la nostra economia regionale nel suo complesso continua a crescere da almeno 15 anni meno della media nazionale e ciò a causa soprattutto della perdita di slancio della economia torinese che continua a perdere colpi e a perdere aziende.
 
In 15 anni la distanza con le regioni più avanzate d'Europa, che nel 2000 erano al nostro stesso livello, è ora di una decina di punti. Se non fosse così non si capirebbe perché a Torino ci sono 200 mila poveri e perché a Torino c'è una altissima disoccupazione giovanile (50%). Se abbiamo presente lo stato complessivo della economia regionale siamo più portati a prendere rapidamente le contromisure. Da anni colpevolmente le Giunte di sinistra e i commentatori, prevalentemente orientati a sinistra, stentano a prendere atto di questa situazione è Torino continua a perdere colpi e ad andare indietro. Ci culliamo nella Torino settecentesca, un bijou di livello internazionale, e ci dimentichiamo non solo della periferia ma anche che per la prima volta dai tempi della industrializzazione, una parte consistente del ceto medio ha visto diminuire il proprio reddito.
 
L’augurio di Natale è che il Bambin Gesù svegli le coscienze e le intelligenze, ci aiuti a scacciare l’egoismo del nostro benessere personale per vedere finalmente che attorno a noi i problemi del lavoro e del benessere sono nettamente peggiorati. Se si ha presente lo stato complessivo della economia torinese allora si comprende che il programma per rilanciare la Città, la sua  economia e il lavoro, vengono prima dei candidati. Non dobbiamo votare delle facce o dei look ma uomini e donne con un programma realmente in grado di rilanciare una Città che da troppo tempo viaggia a tre... Perché i problemi della Città sono la sicurezza, le buche nelle strade ma soprattutto il fatto che da qui le aziende e il lavoro vanno via e nulla di nuovo a parte la Autorità dei trasporti (voluta dal sottoscritto) è arrivato negli ultimi 5 anni.
 
*Mino Giachino, Comitato di Presidenza Nazionale di Forza Italia

print_icon