L'altro Piemonte e la gestione dei rifiuti‏

Non sono d'accordo con Saitta e Fassino: meglio mantenere i consorzi e responsabilizzare i Comuni. L'ideale è una legge che tenga conto delle varie realtà presenti sul territorio regionale

Fassino e Saitta, con lettera aperta, paventano anche in Piemonte una prossima situazione Campania per quanto concerne la gestione dei rifiuti oggetto del disegno di legge regionale 129 a tutt’oggi in discussione nella apposita commissione consiliare regionale . Il problema sicuramente esiste ma per quanto ad esempio concerne la realtà cuneese ed in particolare la realtà albese, dove mi trovo ad operare come Assessore all’ambiente con delega ai rifiuti, la soluzione è speculare e contraria.

 

E cioè a dire per quanto ci concerne la paventata deriva campana sarebbe da noi percorribile con lo scioglimento dei consorzi e la gestione dei rifiuti in capo alla Provincia, con una esclusione o una marginalizzazione di dubbia costituzionalità dei Comuni che a quanto richiamato dal decreto legislativo 152/2006 (Norme in materia ambientale) sono chiamati alla gestione dei rifiuti. Forse a questo punto la soluzione ottimale sarebbe un disegno di legge a maglie larghe che tenesse conto delle varie realtà del Piemonte, in sintesi un disegno di legge che permetta alle singole comunità provinciali di adattare con regolamenti le prescrizioni legislative alle concrete realtà territoriali.

 

Forse l’occasione sarebbe propizia per rivedere anche e sopratutto la legge regionale di riferimento 24/2002 che fissa a tutt’oggi obbiettivi per fortuna anacronistici quali il raggiungimento del 35% di raccolta differenziata quando invece la soglia europea per il 2012 è stabilita al 65%. Infine forse sarebbe altresì necessario che la giusta concordia istituzionale fra Comune e Provincia di Torino e Regione Piemonte non avvenga sempre e comunque a scapito e non curante dell’altro Piemonte... M

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