Profughi, servono regole

Soltanto un paese irresponsabile e allo sbando può considerare accoglienza questo stato di cose. E il Governo cosa fa?

Ieri una signora scappava alla vista di un extracomunitario che la rincorreva per chiederle una elemosina. Certo non era il modo di chiedere la carità, e forse l’extracomunitario era una persona per bene costretta a chiedere l’elemosina in una zona isolata e per lo più con insistenza tanto da fare scappare la poveretta vistasi costretta a cambiare zona per paura di essere attorniata. Questi fatti si ripetono oramai ogni giorno nelle nostre città con sempre maggior invadenza. L’accoglienza non può essere questo stato di cose. La gente ha paura e ha il diritto di avere paura!

Anche se il nostro Paese fosse il più disgraziato del mondo, la paura di quella signora non andrebbe sottovalutata ma rispettata, perché l’accoglienza per quanto ne sappiamo, non deve essere libertaria, l’accoglienza ha bisogno di regole e di misure precise ma soprattutto rispettate. Soltanto un paese irresponsabile e allo sbando può considerare accoglienza questo stato di cose, dormire sotto i ponti, nei giardini, nelle piazze; ma soprattutto togliendo la dignità al più debole come nel caso della signora o delle signore.

Sono convito che questo manicomio dell’accoglienza abbia degli sponsor perché altrimenti non si giustificherebbero certi casi: vere e proprie violazioni all’ordine pubblico e alla sicurezza. Un’altra parola che spesso viene usata con superficialità è integrazione. Si può pensare di integrare migliaia di persone da un giorno all’altro? Impossibile! L’integrazione è un percorso molto lungo, un percorso che passa attraverso abitudini, stili di vita, comportamenti molto differenti che possono integrarsi soltanto dopo molti ma molti anni di vita comunitaria.

La crisi economica, i problemi sociali che sta vivendo l’Occidente, le guerre che sconvolgono il Medio Oriente hanno complicato la possibilità di coesistere senza attriti e contrasti a volte molto duri e pericolosi che spesso vengono definiti “razzisti” ingiustamente perché, come spiegavo in precedenza, la vita in comune tra civiltà diverse è difficile quando le persone sono costrette a una convivenza forzata. La gente si chiede sempre più cosa fa il Governo? Io direi “Cosa dovrebbe fare e non fa?”.

Soprattutto in un momento così difficile, dovrebbe poter mettere insieme una squadra di dirigenti all’altezza della situazione che agiscano senza intoppi per fermare l’esodo ingiustificato, con precedenza a quelli che veramente scappano dalle guerre interrompendo il flusso di uomini che nulla hanno a che fare con le crisi dei paesi in guerra. Una squadra che agisca nel rispetto della Comunità Europea, stimolando la stessa a prendere le dovute responsabilità verso i profughi. La possibilità di rimpatriare tutti i clandestini e quelli che delinquono da un giorno all’altro. Una squadra che agisca sul territorio nell’ambito della sicurezza, che eviti le comparsate televisive che a nulla servono se non a riscaldare gli animi già molto accesi di un popolo angosciato. Una squadra che rimuova quegli uomini dell’apparato statale che da trenta e più anni condizionano il Paese, un pensionamento necessario per la crescita e lo sviluppo. Se non si applicheranno queste poche ma necessarie norme saremmo costretti ad affrontare problemi che potrebbero seppellire la nostra democrazia per sempre.

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