Una politica per rilanciare Torino

L'alternativa grillina, che ha vinto in carrozza il ballottaggio con Fassino, non ha idee su economia e lavoro. La Città ha bisogno di forze nuove, nei partiti e nella società

Caro Direttore,
Ho letto con interesse l'articolo di Serra "Cercasi opposizione disperatamente" e vorrei aggiungere la mia opinione a due mesi dalla vittoria della Signora Chiara. 

Come avevo scritto proprio sullo Spiffero, ma a Serra è sicuramente sfuggito, a Torino non ha perso solo Fassino ma hanno perso sia il sistema Torino che ne aveva condiviso il disegno strategico anche se aveva trovato noiosa la presentazione del Terzo Piano Strategico, ma hanno perso anche le opposizioni che oltre a dividersi stupidamente non avevano una idea forte su Torino. Fassino e il Pd hanno perso perché non han capito che il loro progetto ha indebolito l’economia cittadina e che metà della Città ne era esclusa. L’opposizione non ha cavalcato un programma forte di rilancio della Città. 

Oggi però abbiamo la conferma che l’alternativa grillina che ha vinto in carrozza il ballottaggio con Fassino non ha idee per il rilancio dell’economia e del lavoro a Torino. Lo abbiamo visto bene sia sulla Tav, sul Salone del Libro che sulla esclusione del nostro aeroporto dal piano di Ryanair. 

Ma su questi temi vediamo che sia i giornali cittadini che rappresentano fedelmente il Sistema Torino che l’opposizione purtroppo non hanno proposte convincenti. Torino ha perso la sua spinta propulsiva. Tutte le aziende che se ne sono andate hanno portato via i loro centri direzionali e le loro teste pensanti. 

La stessa Giunta regionale, come si vede, ha una linea molto pallida e non riesce assolutamente a supplire il vuoto politico della Città. Torino ha quindi assoluto bisogno di una politica nuova di rilancio e di forze nuove, tra i partiti e nella società civile che abbiano la competenza e la credibilità necessarie. Sarebbero quanto mai necessari e utili gli Stati Generali di Torino per raccogliere idee e proposte dalle aziende, dalle Università, dai Centri di ricerca. 

A Genova un Sindaco che non è un fulmine di guerra li ha convocati per Settembre. Ma a Torino la nuova Amministrazione non risponde a nessuno e invece avrebbe bisogno come il pane di ascoltare richieste e proposte. 

Ecco perché mi auguro che il tentativo di Stefano Parisi abbia successo anche perché il tempo non è molto perché come ha detto Mons. Nosiglia Torino è ai margini delle decisioni economiche e politiche strategiche del Paese.

Parisi vuole rivolgersi ai liberali democratici e popolari che negli ultimi anni hanno deciso di non andare a votare delusi dall'attuale Centro Destra e dai moderati che tre anni fa puntarono su Monti e Giannino, salvo poi ricredersi di fronte agli effetti devastanti dei provvedimenti del Professore e al tradimento dei parlamentari di Scelta Civica quasi tutti trasmigrati nel Pd.

Parisi ha una competenza economico-industriale e una conoscenza della legislazione degli ultimi trent'anni unica e quindi ha migliori chance di rilanciare il Paese dopo il fallimento degli ultimi tre governi non eletti.

Mi auguro che gli esponenti della società civile torinesi di area liberale, democratica e popolare che risponderanno e parteciperanno al progetto di Parisi insieme ai giovani e alle forze nuove del Centro Destra torinese diano vita al più presto a momenti di dibattito e confronto su Torino e sul suo rilancio.

*Mino Giachino, già sottosegretario ai Trasporti

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