La modernità del Canale Cavour

Celebrare questa grande opera, a 150 anni dalla sua realizzazione, significa ricordare l’ingegno di chi fece grande il Piemonte, ma anche migliaia di uomini che attraverso questa infrastruttura hanno reso competitiva l'agricoltura piemontese

La presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alle celebrazioni dei 150 anni del Canale Cavour sigilla la straordinaria importanza di una infrastruttura che, nonostante il passare degli anni, mantiene la sua profonda modernità.

Il Canale Cavour rappresenta una infrastruttura eccezionale e senza pari a livello europeo: il genio è rappresentato, oltre che dalla lungimiranza del Conte di Cavour, dalla capacità di gestire in modo sapiente la pendenza minima grazie all’intuizione di Francesco Rossi ed al progetto dell’ing. Carlo Noè che consente ancora oggi di portare un contributo irriguo, senza sollevamenti, su quasi 200.000 ettari coltivati in gran parte a riso.

Oggi le acque del Canale Cavour concorrono direttamente alla produzione di circa 1.300.000 tonnellate di risone che rappresentano una Plv, e quindi un Pil, pari ad oltre 400 milioni di euro a cui deve essere aggiunta l’importante presenza sui territori vercellesi, novaresi e lomellini delle principali industrie di lavorazione del riso che consente di quasi triplicare il Pil risicolo.

Il Canale Cavour e la vasta rete di canali ad esso interconnessa non è solo irrigazione e risaie e quindi economia del settore primario, ma è anche molto di più: sicurezza idrogeologica (grazie alla duplice funzione di molti canali), paesaggio fruibile turisticamente (strade alzaie ad uso cicloturistico), ambiente (valenza ambientale delle risaie, costante ricarica della falda, mantenimento di numerose zone umide di elevato interesse naturalistico), usi plurimi della risorsa idrica, per generare energia rinnovabile (oltre 80 centrali idroelettriche in esercizio e molte altre in fase di costruzione e autorizzazione).

Per questo celebrare il Canale Cavour è non solo ricordare l’ingegno di chi fece grande il Piemonte, ma anche l’opera di migliaia e migliaia di uomini che anche attraverso questa infrastruttura hanno reso grande l’agricoltura piemontese.

*Giorgio Ferrero, assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte

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