Prima il programma poi i candidati

Lettera aperta ai cittadini moderati, democratici, liberali, ma riformisti.

Cari concittadini, cari amici,

1) L’Italia è uno dei Paesi che non ha assolutamente superato la crisi e che impiegherà ancora alcuni anni per ritornare ai livelli economici e di lavoro del pre crisi (2007). Questo dato viene pagato pesantemente dalla metà del Paese che oggi sta peggio non solo del 2007 ma persino del 2011 quando, per rispondere alla speculazione internazionale che stava attaccando i nostri titoli di Stato (emessi per coprire il debito pubblico), Napolitano chiamò Monti per salvare il Paese. Monti applicò la linea europea dell’austerity, che oggi tutti scoprono essere sbagliata, massacrò il Paese di tasse e oggi stiamo peggio.

2) Con il voto di giugno che bocciò Fassino i torinesi bocciarono una politica, quella del Pd, che non si era accorta che le scelte fatte dalle ultime amministrazioni di sinistra premiavano solo una parte della città.

3) Con il voto del 4 dicembre gli italiani hanno bocciato l’ottimismo sfrenato di Renzi che dava per superata la crisi economica e sociale. La frettolosa risoluzione della crisi purtroppo ha impedito al Paese di far “pesare” in Europa la sconfitta della politica economica europea dell’austerity ma ha evidenziato la pesante crisi del Pd.

4) Allo stesso tempo a oltre sei mesi dalla vittoria grillina a Roma e Torino è chiaro come il Paese non debba assolutamente correre il rischio che alle prossime elezioni politiche vincano i 5 Stelle che non hanno né un programma né l’esperienza per governare un Paese come l’Italia nell’epoca della globalizzazione.

5) Silvio Berlusconi, dimostrando che l’età può essere in tante condizioni un valore aggiunto, ha capito per primo e meglio di tutti che a fronte dei tre poli politici cui si rifà il Paese, stante l’impreparazione dei 5 Stelle, ha proposto un sistema elettorale proporzionale col quale il Paese recupererà la più ampia libertà di espressione. Dopo il voto starà poi alle forze politiche più serie e responsabili trovare una sintesi politica, come hanno fatto in Germania e in altri Paesi, che faccia finalmente le riforme strutturali che servono al Paese, dal taglio della spesa pubblica improduttiva alla riduzione della pressione fiscale etc.

6) In questa prospettiva parlare di “primarie” di candidati senza parlare prima di un programma che serva al Paese mi sembra un errore grave.

7) Mai come oggi per rilanciare l’economia e il lavoro, il problema più importante del Paese, serve discutere, con tutte le persone di buona volontà e con le categorie sociali e produttive, un programma serio che si rifaccia alle riforme che dieci anni fa, in soli tre anni, la Grosse Koalition in Germania seppe fare per rilanciare l’economia tedesca oggi all’avanguardia nel mondo, o alle riforme del governo spagnolo.

8) Dopo si potrà parlare di candidati e soprattutto scegliere una squadra di governo composta da persone preparate e con una solida esperienza.

9) Governare in un mondo globale e con tanti cambiamenti tecnologici in corso è sempre più complesso come abbiamo visto dai modesti risultati di chi pensava di avere la verità in tasca. L’impegno politico è una cosa seria che presuppone una dote impegnativa, quello dello sguardo generale, che studia i problemi e le soluzioni e ha il piacere, non il fastidio, di confrontare analisi e soluzioni con gli altri. Se analizziamo i risultati del lavoro parlamentare dell’ultima legislatura ne abbiamo la conferma. Liste raffazzonate in pochi mesi come quella di Monti e Giannino non hanno prodotto risultati importanti per il Paese ma hanno attenuto il solo scopo di fare perdere i moderati e di darci una legislatura travagliata a dir poco è molto poco soddisfacente per gli italiani, in particolare per quelli in maggiori difficoltà.

10) I gruppi moderati storici (Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega) si confrontino con i nuovi gruppi di Parisi, Fitto e con tutto il mondo dell’impresa, grande e piccola, del sindacato, del volontariato e dell’associazionismo cattolico per definire un programma di rilancio dell’economia e del lavoro di cui il Paese ha assoluto bisogno.

* Bartolomeo Giachino, già sottosegretario di Stato ai trasporti

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