Meningite, nessun allarmismo

Ogni anno in Italia si verificano diverse centinaia di casi di meningite, con un trend variabile di anno in anno, anche se sostanzialmente in decremento. Di queste forme un quarto sono dovute al meningococco, l’unico potenzialmente trasmissibile. Durante la stagione invernale fino ad un terzo della popolazione adulta è portatore sano del meningococco nel cavo orale. Quindi affinché si verifichi la malattia devono esistere condizioni favorenti come da un lato deficit immunitari anche transitori, ad esempio pure condizioni di stress da sovraffollamento, e dall’altro virulenza dei ceppi come quelli descritti in Sud America e Centro Africa. In Francia alcuni anni fa è emerso il meningococco C St11 particolarmente aggressivo, causa di parte dei casi in Toscana.

La vaccinazione, tranne situazioni particolari, come appunto quella in Toscana, è raccomandata in età pediatrica, in cui si osservano la maggior parte delle forme meningococciche, anche se offre una copertura né totale né perenne. Da sempre la meningite è osservata nei nostri Ospedali. Quello che appare “strano” è la grande rilevanza mass-mediatica, che viene riservata in questi ultimi mesi, dopo Ebola e Zika. Forse le malattie infettive per la percezione ed il vissuto nell’opinione pubblica si prestano più di altre patologie ad interessare la Gente. Purtroppo questo tipo di notizie devono essere accompagnate dal contributo degli esperti del settore , onde evitare facili ed inutili allarmismi.

*Pietro Luigi Garavelli. direttore Scdo “Malattie Infettive” dell’ Aou “Maggiore della Carità di Novara” e professore a contratto di Malattie Infettive e Parassitologia Medica delle Scuole di Medicina di Novara e Torino 

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