Lo strabismo della Regione

L’attualità di due errori, il primo irrimediabile: la costruzione del grattacielo Fuksas, a questo punto da completare al più presto possibile, per limitare il vertiginoso aumento dei costi; il secondo rimediabile, da parte dell’attuale Giunta regionale: la chiusura dell'Ospedale Oftalmico “C. Sperino”. La costruzione del grattacielo Fuksas, che doveva essere ultimato entro il mese di novembre del 2011, che molto probabilmente non verrà consegnato prima del mese di ottobre del 2018, vale a dire con sette anni di ritardo, è stato, a mio parere, una scelta errata da parte delle passate amministrazioni regionali perché tutti gli uffici e gli organi della Regione Piemonte potevano essere collocati nella sede della ex Provincia di Torino (ex Palazzo Sip di Corso Inghilterra), nella sede dell’attuale Assessorato alla sanità e negli uffici regionali ubicati al Rondò della forca, tutti poco distanti tra loro. Ovviamente a questo punto il grattacielo va ultimato al più presto, ma quanto ci è costato e ci costerà il ritardo?

Nel mese di ottobre del 2013 il costo, in origine di 208 milioni di euro, è stato rivisto e portato a 260 milioni, (va chiarito dalla Giunta regionale se comprensivo o no della lauta parcella di 20 milioni di euro dell’architetto Fuksas), ed era stata prevista la fine dei lavori entro 35 mesi, vale a dire entro il mese di ottobre del 2014. A questi costi, saltata anche questa data, secondo calcoli per difetto, vanno aggiunti circa 100.000 euro al giorno a partire dal mese di novembre del 2014! Saltata anche questa data per la fine dei lavori, bisogna calcolare i costi derivanti dall’immobilizzo del capitale già speso, dagli interessi bancari, dalla continuazione del pagamento delle 20 sedi in affitto da parte della Regione Piemonte consistente in 13 milioni di euro all’anno da moltiplicare per i quattro anni di ritardo (dal 1° novembre 2014 al 31 ottobre 2018), in parte già trascorsi, previsti per l'ultimazione dell’opera. Le 20 sedi in affitto dovevano essere infatti chiuse e gli impiegati trasferiti nel nuovo grattacielo. Vanno altresì compresi i costi sicuri per la sostituzione di 300 finestre difettose che difficilmente la ditta Coopsette fallita potrà risarcire anche in caso di vittoria della causa civile in corso.

La quantificazione complessiva dei costi per il ritardo ammonta, secondo calcoli per difetto, sempre che venga rispettata la data di fine dei lavori del 31 ottobre del 2018, a 150.000 milioni di euro, cioè a più di 3 milioni di euro al mese. Occorre quindi che non vi siano più, vista la storia infinita del grattacielo, malaugurati ritardi, oltre l’ultima data prevista e sopra indicata, che comporterebbero in aggiunta un costo di più di 100.000 euro per ogni giorno di ritardo. Invito l’Assessore regionale che ha a sua disposizione dati più dettagliati a confermare queste previsioni.

Se la costruzione del grattacielo Fuksas è stata, a mio parere, un errore irrimediabile, che tra l’altro ha sottratto spazi dell’area ex Fiat Avio per la nuova Città della salute, oggi la Giunta regionale può evitare di compiere un altro errore: la chiusura dell’Ospedale Oftalmico “C. Sperino”. La chiusura dell’Ospedale Oftalmico non è un errore soltanto secondo il parere dello scrivente, ma il suo mantenimento nella rete ospedaliera regionale è sostenuta da migliaia di persone, utenti di questa nostra eccellenza regionale e nazionale, da cittadini riuniti nel “Comitato salviamo gli ospedali”, dall'Associazione “Salviamo l’Oftalmico insieme” e da molti politici appartenenti a tutti i partiti.

In un precedente articolo pubblicato sullo Spiffero il 7 novembre 2015 ho elencato 7 motivazioni per la non chiusura, voglio soffermarmi ancora su tre punti a sostegno. 1) Si tratta di uno dei più importanti centri in Italia per la diagnosi e la terapia medica e chirurgica della retina e per i trapianti di cornea. È centro di riferimento per le malattie rare oftalmologiche, per lo studio del glaucoma, delle maculopatie, per l’ortottica, per l'oncologia oculare. Lo spezzettamento di questa eccellente realtà non potrebbe non avere conseguenze negative, soprattutto per il Pronto soccorso che non può essere assicurato con il trasferimento del personale medico specialistico e sanitario in più strutture (Ospedali Molinette e S. Giovanni Bosco). Alla qualità si aggiunge la quantità, il numero degli interventi del 2015 (16.800) è aumentato nel 2016 di 500 (17.300), sebbene dal 2014 i dipendenti lavorino in una situazione di insopportabile insicurezza. La dirigenza medica e tutto il personale hanno mantenuto i conti in equilibrio ed anzi hanno realizzato un utile derivante da maggiori ricavi rispetto ai costi di produzione.

2) L’Ospedale Oftalmico è stato completamente ristrutturato ed è stata finalizzata all’esistenza di un ospedale specialistico in oftalmologia e non in una generica struttura sanitaria. Si tratta di un ospedale all’avanguardia per la sicurezza, pochi ospedali della nostra regione, anche per la loro vetustà, possono vantare di avere superato l’esame di una ispezione da parte delle autorità competenti, senza rilievi e sanzioni. Soltanto di recente sono terminati i lavori ex art. 20. I molti milioni non devono essere perduti, ne devono aggiungersi costi per una nuova collocazione spezzettata.

3) L’Ospedale Oftalmico ha una ubicazione ottimale nella Città di Torino. Gli utenti possono agevolmente raggiungere il presidio sia con il treno (Stazione di Porta Susa), sia utilizzando la metropolitana e gli altri mezzi pubblici. Rivolgo un caldo invito all'Assessore alla sanità di non chiudere gli occhi di fronte a questa realtà, di recarsi all’ospedale per una visita accurata della struttura, di ascoltare le motivazioni a sostegno della non chiusura e di esprimere chiaramente le ragioni che a suo parere sono a sostegno della chiusura dell’Ospedale “C. Sperino”, anche per evitare illazioni più o meno fantasiose sui motivi della sua chiusura.

*Giacomo Manuguerra, Commissario delle Asl Torino 1 e Torino 2 dal 2010 al 2012

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