Asti e la sorpresa a 5 stelle

Anche ad Asti si sta avvicinando la scadenza elettorale per le Comunali, vissute con celata apprensione nella speranza che comunque nulla cambi, sullo sfondo di un possibile cambiamento, non ancora metabolizzabile. Asti, per chi veniva da fuori, appariva come un ordinato, pulito e laborioso borgo “contadino”. La tradizione della campagna è stata il connotato dominante dei suoi abitanti con i vigneti fuori città, il lavoro sodo, i risparmi portati in banca, andando magari al mercato o nei negozi, la messa la domenica mattina e poi il ristorante.

Sullo sfondo alcune presenze rassicuranti come il governo della “Balena bianca”, l’ospedale ove i “vecchi” andavano a curarsi e poi a morire, perché intanto era giunto il tempo, il Palio e le grandi manifestazioni settembrine e il lavoro per i “giovani” in qualche fabbrica dell’indotto Fiat. Al massimo nelle elezioni si votava più contro che a favore di qualcuno.

Da qualche anno non è più cosi ed Asti è diventata sciatta come tante altre città del nostro Piemonte. Perché? Proprio in virtù della sua tradizione “contadina”, un tempo la sua forza, ora la debolezza. Una società immutabile come le stagioni non è più in grado di rispondere alla velocità del mondo moderno. Non ci sono più fabbriche, sono rimasti i piccoli commercianti, la banca è governata da farmacisti e l’Ospedale, nuovo, è forse troppo grande. Il sistema non regge più e non a caso Asti per gli indicatori sociali ed economici è divenuta la peggiore città dell’Italia Settentrionale, anche peggio di Alessandria, che però ha dovuto sopportare un fallimento.

In questo mondo, immutevole, ma fuori dal tempo e dal mercato, ecco le Comunali, ove in un modo o nell’altro i competitori sono espressione dei soliti “poteri forti” e delle solite persone, fra i quali ovviamente anche la Curia oltre alla banca ed i commercianti, e quindi rassicuranti. Tuttavia per la prima volta sulla scena è comparso un Terzo Polo, i pentastellati, che in Italia stanno raccogliendo il malessere sociale e le attese dei giovani, e ad Asti hanno posto, fra i punti programmatici, la questione del teleriscaldamento, argomento molto sentito negli ultimi mesi. In città sono convinti che vinceranno gli ”stessi” di sempre. Avranno forse ragione, l’elettorato “liquido” non si esprimerà, ma in un’epoca di sorprese non ne sarei così certo. Vedremo.

*Pietro Luigi Garavelli, medico e sindacalista

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