Non mercifichiamo gli affetti
Silvia, Torino 08:11 Lunedì 08 Maggio 2017 0
Fino a che punto siamo disposti a mercificare i nostri affetti e le nostre emozioni, Sindaca? La richiesta di matrimonio di Fedez alla Ferragni, durante un concerto (in diretta) mi ha riportato, da quell’angolo della memoria dove parcheggio le assurdità del nostro tempo, il video di sua figlia Sara che sul molo di Alassio compie i suoi primi passi. Ho cercato di rimuoverlo. Da madre, mi riesce difficile. Parlo con affetto: perché l’ho votata, perché potrei essere sua madre e perché sono madre anche io. Io spero che le mie figlie decidano di avere ancora uno spazio loro. Un angolo in cui proteggere i loro affetti, le loro emozioni. In cui le loro emozioni possono permettersi di essere vere, e per questo essere belle anche quando sono brutte. Ma le mie figlie sono grandi, sono maggiorenni. Possono decidere fino a che punto impoverire i momenti della loro vita, rendendoli pubblici. Come Fedez, ho pensato. Come la Ferragni. E dal parcheggio della memoria è balzato il video della piccola Sara. Molto bella. Uguale al papà. Anche le mie. Ah, la fase dei parenti “dopo tutta la fatica che hai fatto” non finirà mai.
E vengo al punto Sindaca: lei è una donna che ha scelto e sceglie come vivere la propria vita. Ma non può scegliere per sua figlia. Non può buttare sua figlia nell’apocalissi dei social. È chiaro che quei video contribuiscono a consolidare l’immagine, che le persone che lavorano alla sua immagine, vogliono dare. È chiaro che servono a raccogliere consensi. È chiaro che aiutano a indurre chi li guarda al rassicurante slogan che “siete persone normali”. Ma tutto questo è spietato. Perché sua figlia magari farà l’eremita e non vorrà avere tutti i suoi video on line. Perché sua figlia non può scegliere. Ma soprattutto, l’aggravante rispetto alla casalinga di Voghera che pubblica il video delle vacanze, è che lei è Sindaca di una delle più grandi Città d’Italia.
Un video con la faccia di sua figlia ben visibile, mette a rischio l’incolumità della piccola. E lei, mi permetta Sindaca, la dovrebbe tutelare a discapito di tutto e tutti. Perché la rete non è amica. E per i bambini non è un gioco, non è divertente, ma è solo un potenziale pericolo. E mi spaventa, e mi distrugge la superficialità con cui le madri la utilizzano. Credo Sindaca che dovrebbe sentirsi addosso, nel ruolo istituzionale che ricopre, la responsabilità dei messaggi che invia. E spero che vorrà riflettere su queste mie parole e far prevalere il senso intimo e profondo della maternità, al superficiale e grottesco mondo dei social network.