Chi paga Macron?

Centinaia di migliaia di giornalisti di tutto il mondo ci hanno assordati sulla campagna elettorale di Macron, questo ragazzo prodigio che a 15 anni va a letto con la sua prof, più tardi se la sposa, ne fa la sua grande collaboratrice e a 39 anni diventa presidente della Francia. Nessuno, a cominciare dai francesi (che notoriamente usano quattro volte le parole necessarie per spiegare i loro retorici concetti), ha provato a chiedersi chi pagava il conto delle spese delle primarie e poi della campagna finale. Anzi, per tenerci meglio informati, nessuno ha provato a calcolare quanto sono costate.

Eppure non mi sembra irrilevante capire chi , nel cuore della rivoluzione digitale, sceglie di investire per mettere degli amici alla testa delle nazioni più importanti. Con soldi che per i patron di Facebook, o di Google, o di Amazon, sono noccioline, lo si può fare ovunque nel mondo. Nel cuore della rivoluzione industriale, quando c’era un trono libero, gli inglesi ci piazzavano un membro della prolifica dinastia dei loro re, i Saxe-Coburgo-Gotha: ma almeno si sapeva...Noi italiani, che non siamo così irrilevanti come pensiamo, mica abbiamo capito come si sono improvvisamente fatti strada Grillo e Renzi, e come scelgono i loro principali collaboratori...

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