Gtt, qual è la posizione di Gariglio?

Gentile direttore,
ritroviamo ancora una volta una dichiarazione del segretario regionale del Partito democratico, Davide Gariglio, pubblicata sullo Spiffero. Il politico piemontese commenta l’alleanza tra Gtt e il gruppo Arriva e le voci intorno al loro progetto comune volto a gestire il nodo ferroviario metropolitano di Torino in alternativa alle Ferrovie dello Stato. Purtroppo ancora una volta siamo sorpresi dal pensiero espresso da Gariglio. E la sorpresa non costituisce una questione personale, ma sorge dalla difficoltà a comprendere quale sia il suo vero pensiero e quale sia il pensiero del Pd relativamente alla gestione dei servizi pubblici.

Non più tardi di un mese fa lo stesso segretario, insieme al senatore Esposito, consideravano fuori luogo la presenza di un politico nel ruolo di presidente della Concessionaria autostradale della Torino-Bardonecchia e del Traforo del Frejus, società a capitale misto con il 51% delle azioni di proprietà Anas e quindi teoricamente amministrata e indirizzata strategicamente dalle scelte della politica a favore del territorio. Rispondevano alle loro dichiarazioni con un comunicato del dipartimento viabilità della Fit Cisl pubblicato sullo Spiffero, comunicato che vi invitiamo a leggere.

Gariglio (ed Esposito), in quella sede sostenitore convinto della gestione privata dell’autostrada, ora invece sembrerebbe deplorare l’iniziativa di Gtt e l’alleanza con il gruppo Arriva, alleanza che darebbe spazio alle ferrovie tedesche escludendo le ferrovie dello stato italiano;  l’esponente del Pd rileva l’incoerenza della giunta 5 stelle e della sindaca Chiara Appendino accusando quest’ultima di doppiezza per essersi prima opposta alla vendita di Gtt alle Ferrovie dello Stato mentre ora invece promuove tale alleanza tutta privata.

Gariglio prima liberista con le autostrade, ora per la mano pubblica con il binario? Come sono possibili due pesi e due misure solo perché all’asfalto si sostituisce la strada ferrata? Gariglio ricorda altresì come la giunta Fassino avesse deciso di consentire l'ingresso dei privati in Gtt; perché mai ora  costituisce un problema  se anche i 5 stelle, mutando le loro posizioni, sostengono anch'essi tale decisione? Solo perché il possibile partner industriale non è stato scelto dal Pd?

Peraltro vogliamo ricordare come solo la fermezza del sindacato e i grandi ed energici sacrifici dei lavoratori hanno mantenuto in mano pubblica la Gtt, come analogamente  si intende procedere per quanto attiene il trasporto ferroviario.  Il ruolo di un politico, di una forza politica, non è solo quello di contrastare la parte opposta per principio, per puntiglio, per partito preso, ma quello di orientare e scegliere come le risorse pubbliche debbono essere spese, quali servizi pubblici favorire, quale modello di città si immagina…

L’area contrattuale TPL della  Federazione Trasporti della Cisl peraltro è molto critica nei confronti di coloro che manifestano un atteggiamento di rifiuto delle tutele nei confronti dei lavoratori in materia di clausole sociali, di garanzie per l’occupazione, di rispetto delle regole.

Noi, come sindacato dei trasporti, riteniamo che le aziende che erogano servizi pubblici (TPL, igiene urbana, trasporto ferroviario, servizi aereoportuali, luce, acqua, gas, concessionarie autostradali, etc.) debbano rimanere pubbliche e non debbano essere poste nelle mani della speculazione privata. Tra l’altro ricordiamo come  i servizi del TPL siono finanziati per il 65% con risorse pubbliche. Confrontiamoci: se oggi il pubblico ha bisogno di fare cassa;  di vendere attività per il disastroso livello delle sue finanze, chiediamoci se vale di più svendere i gioielli di famiglia o rendere remunerative tutte queste aziende? I privati cessano di esercitare le attività che non funzionano, ma si guardano bene di cedere al pubblico ciò che produce, è efficiente, garantisce profitto.

Ma facciamoci la domanda di fondo: queste aziende (TPL, igiene urbana, trasporto ferroviario, servizi aereoportuali, luce, acqua, gas, concessionarie autostradali, etc.)  nascono con lo scopo di fare profitti? O costituiscono, proprio perché realizzano servizi pubblici, cioè di tutti e per tutti, un vantaggio sociale, comune a tutti i cittadini, un vantaggio “politico”, cioè della polis, cioè della città. Non è che queste sono per loro natura “fuori mercato” come spiega qualsiasi manuale di economia? Non è che il loro scopo non è il profitto, ma realizzare senza sprechi un vantaggio pubblico, erogare un servizio, far crescere il territorio, la comunità, rendere possibili migliori condizioni di vita ai cittadini, far sì che siano i cittadini, con attività volte al profitto a rendere ricca, prospera, felice la città? Certo, con efficienza!

Produrre servizi deve creare le condizioni per l’occupazione, magari anche generando direttamente posti di lavoro, con efficienza. Ma fare con efficienza non è una cosa che solo i privati riescono a fare.

Confrontiamoci, a viso aperto, su queste cose perché a forza di atteggiamenti populisti la forbice della distribuzione della ricchezza si continua a concentrare nelle mani di pochi e, attraverso i servizi di tutti, qualcuno si arricchisce e i servizi continuano a generare disavanzi al pubblico e precarietà dei rapporti di lavoro.

*Antonio Costanza, area contrattuale tpl della Fit Cisl Piemonte

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