A Pontida la Lega d’Italia

In un “sacro prato” zuppo di pioggia, ma baciato da un sole splendente “mandato dal buon Dio” per favorire la Lega, la promessa del leader leghista è stata: questa è l’ultima Pontida con la Lega all’opposizione.

Matteo Salvini ha infatti parlato da premier, e a quelli che han voluto fermare la Lega bloccandone i conti correnti, ha detto che non hanno capito nulla, si andrà avanti più determinati e decisi di prima: si troverà una soluzione, sicuro che i militanti non avranno difficoltà a metter mano al portafoglio con tantissimi contributi, grandi e piccoli. Ha delineato un Paese libero di parlare, di pensare, di lavorare e di sognare. Con i giudici eletti direttamente dal popolo responsabili dei loro atti: chi sbaglia deve pagare. Ha prospettato l’abrogazione delle leggi liberticide, quelle di Mancino e Fiano: la storia e le idee non si processano. Con lui al Governo sarebbe eliminata la vergogna dei 280 euro al mese dati ad un disabile totale, a fronte dei 1200 euro per chi sbarca domattina a Lampedusa.

Con Salvini si direbbe no al Jobs Act e ad un futuro a tempo determinato a 3 euro all’ora, ma invece si ad un lavoro vero, stabile e ben retribuito, che possa far tornare i nostri giovani, da tempo costretti ad andare all’estero per lavorare. E via così con tutti i temi cari alla Lega. Insomma, il Matteo “giusto” vuole mettere in ordine il disastrato Paese, da Nord a Sud: solo uniti si può salvare l’Italia, o l’Italia si salva tutta, o non ce n’è per nessuno. Il concetto è passato, lo dimostrano le numerose presenze di “Noi con Salvini” dalle regioni del Centro-Sud. Ormai è una realtà affermata: a fine maggio scorso il politologo Ilvo Diamanti, non certo di area leghista, stimava che i voti per Salvini si collocassero al 5,7% nel Sud e isole, al 10,8 nel Centro Sud.

L’ostacolo per tutto questo si chiama però Berlusconi: nonostante l’età avanzata e l’essere in scena da un quarto di secolo, continua a rivendicare la leadership di un centro destra ‘obbligato’ ad andare unito alle elezioni. Ma questo lo decideranno gli elettori: chi avrà un voto in più guiderà la coalizione. E sul palco c’era pure l’emozionato Giovanni Toti, Governatore della Liguria, che entrerà nella storia per essere stato il primo non leghista a parlare a Pontida. E in questa importante fase di transizione politica, la Lega di Chivasso era presente a Pontida, dando la sua testimonianza e l’appoggio a Salvini, con numerosi militanti e sostenitori. Con il suo gazebo dove venivano offerti: riso, non della Cambogia ma della Riseria Padana di Crescentino, e fagioli di Saluggia, coltivati nel territorio dello stesso comune. Questo proprio a prova di uno dei punti cardine della politica leghista: la valorizzazione del territorio, dei suoi prodotti e delle sue tradizioni. E anche nella città “porta del Canavese”, dei Nocciolini e della carta, doverosamente mutatis mutandis, i problemi e la situazione politica sono analoghi a quelli nazionali: stiamo vivendo un’importante fase di transizione in cui la Lega, a dispetto della mancata presenza in Consiglio comunale, ma a favore della realtà dei fatti, è destinata ad avere maggior peso ed influenza.

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