Chi fa il gioco della destra?

Secondo Renzi se in Italia vincerà la destra è colpa del Mdp. Lo ha dichiarato a Imola. Il segretario democratico continua a rimuovere i fatti e a ignorare che ciò che rischia di far vincere la destra sono le politiche del suo governo che hanno allontanato milioni di elettori dal centro sinistra e dal Pd. Sono le politiche sul lavoro, sul fisco e la scuola, sono state la riforma costituzionale e l’Italicum che hanno fatto perdere voti al Pd; un Pd che ha considerato questa emorragia di voti a sinistra il male necessario per poter conquistare quelli dell’elettorato moderato e di destra a cui erano rivolte le politiche realizzate dal suo governo sulla base dell’assunto che destra e sinistra erano categorie del 900 e che la destra era in crisi. Poi hanno scoperto che non è  così.

Il Pd ha perso il referendum costituzionale. Le due tornate di elezioni amministrative sono state vinte dal centro-destra. Perderà anche quelle siciliane, ma  non per colpa di Claudio Fava e di Mdp, bensì  di chi ha rotto a sinistra per allearsi con Alfano. Per questo non bastano gli appelli (ammesso e non concesso che siano sinceri) a fare fronte comune per battere la destra o i populisti dopo avergli accarezzato il pelo e cercato di fargli concorrenza sul loro stesso terreno. Quando Bersani o D’Alema denunciavano il vento di destra che stava soffiando in Europa, che questo sarebbe stato il principale pericolo per l’Italia, che la destra “esiste in natura” qualcuno considerava questi ragionamenti figli di un vecchio armamentario ideologico.

Non si battono le destre e i populismi se non si ha il coraggio di cambiare le politiche portate avanti in questi anni e se ci si ostina a difendere una leadership che una parte di quell’elettorato che dovrebbe contribuire al rilancio del centrosinistra considera improponibile, persino repellente. La destra e i populisti possono essere battuti se si ha il coraggio di guardare in faccia alla realtà per quella che è, non per quella che Renzi e il Pd vorrebbero che fosse. Nessuno degli elettori che hanno abbandonato il Pd sentendosi traditi dalle scelte politico-programmatiche che sono state compiute, tornerebbe a votare per una coalizione di centrosinistra senza una radicale discontinuità con il recente passato.

Un nuovo centrosinistra può ancora rappresentare una alternativa ad una deriva di destra, ma solo se vengono riscritte le politiche, vengono archiviate quelle fallimentari che ci si è ostinati a perseguire in questi anni, si punta su una leadership che sappia unire il nostro popolo e la si smetta di proporre una riforma della legge elettorale che ha come principale obbiettivo di colpire ciò che si muove alla sinistra del Pd e rendere possibile una alleanza con un pezzo della destra all'indomani delle elezioni. Ma questo potrà avvenire solo se metterà radici nel Paese il progetto a cui Mdp e Pisapia stanno lavorando.

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