Centrodestra più sensibile agli ultimi

Dopo 9 anni di crisi, con drammi sociali che perdurano da anni, per chi si impegna in politica la sensibilità umana, cioè la partecipazione alle difficoltà degli altri, è un obbligo e un valore. Ricordo la frase dell’Arcivescovo di Torino: “La metà della Città che sta bene non si accorge della metà che sta male”. Purtroppo a non accorgersi della metà che sta male c’era la maggioranza di sinistra che guidava Città e Paese. Molti esponenti del Pd e della Lista Monti non hanno capito che in questi anni il Paese e il lavoro si sono impoveriti come mai prima. Conoscendolo da anni posso dire che Berlusconi è molto più sensibile ai drammi umani di tanti della sinistra. Fare propri i drammi umani per definire programmi politici che siano  una risposta ai problemi del lavoro e della solitudine è la migliore risposta ai populismi di tutti i colori. D’altronde come recita l’articolo 4 della Costituzione la politica deve creare le condizioni attraverso le quali si creino nuove occasioni di lavoro.

Si continua a parlare di populismi ma i populismi non hanno mai guidato né l’Europa né alcun grande Paese in Europa. I populismi trovano alimento nella pessima gestione della crisi da parte dell’Europa che ha determinato problemi e drammi sociali enormi. La crisi, nata negli Usa, ha colpito Usa e Europa, ma gli Stati Uniti l’hanno gestita meglio mentre l’Europa con la linea della austerity ha voluto correggere errori e problemi di decenni con misure drastiche e immediate.

In Italia il prof. Monti, più realista del Re, ci ha salassati come mai prima. Ora la professoressa Reichlin sul Corriere scrive che la Commissione Europea ha sbagliato e che l’Europa ha esagerato a reagire alla crisi del debito sovrano che aveva scatenato la speculazione contro il debito pubblico italiano e quello dei Paesi del Sud Europa. Ma le politiche messe in atto e richieste (sic) dalla politica della austerity europea hanno creato problemi di lavoro mai visti prima, hanno portato alla chiusura di decine di migliaia di aziende e a oltre 400 suicidi senza che i governi da Monti a oggi abbiamo particolarmente capito ciò che succedeva.

Ieri Fassino, che ovviamente si è imborghesito, in una intervista ha dichiarato che ormai abbiamo raggiunto i livelli di occupazione del pre-crisi. La frase di Fassino non solo non è veritiera ma è molto superficiale. La disoccupazione nel nostro Paese e ben più alta del 2008, in particolare la disoccupazione giovanile ma soprattutto il lavoro ha cambiato pelle come ha detto la ricerca della Cgia di Mestre. Sono diminuite le ore lavorate, sono aumentati i contratti a tempo determinato ed è aumentata la precarietà. Molti cinquantenni che hanno perso un lavoro soddisfacente a 1.300-1.400 euro al mese lo hanno perso e oggi se va bene hanno trovato dopo anni di cassa integrazione un lavoro a tempo determinato a 750 euro al mese. Il lavoro si è impoverito e la condizione economica delle famiglie è peggiorata. D’altronde perché in quasi tutte le regioni il Pil procapite è diminuito ed è ancora sotto il livello del pre-crisi.

In Piemonte il Pil procapite è diminuito di 3.000 euro a persona. Ciò vuol dire che in una famiglia di quattro persone - madre, padre e due figli e un reddito di 40-50.000 euro annuì - la perdita di 12.000 euro (4x 3.000) è pesante, molto pesante da digerire. Certo chi per chi ha stipendi fissi o pensioni buone, come Fassino e tanti politici, giornalisti, dirigenti di aziende importanti etc, la situazione economica non è mutata ma se uno ha un po’ di sensibilità umana e gira le nostre città e sente la condizione di vita della gente non potrà mai dire quelli che ha detto Fassino.

Torino non ha mai avuto così tanta gente che dorme sotto i portici, nelle stazioni ferroviarie o sulle panchine delle piazze. Ieri, solo per fare un esempio ho fatto, con grande piacere, la spesa (50 euro) a una famiglia di tre persone, con un unico reddito dato dalla pensione del capofamiglia, in gran parte impegnata per pagamento dei debiti, e che da giorni mangiava un piatto di riso a pasto.

Fassino, e molti come lui, non solo non hanno colto l’impoverimento complessivo di tanta gente, di tanti negozianti e artigiani che non operano nella parte centrale della città e che hanno visto diminuire il loro giro di affari e che dal 2008 hanno visto cambiare pesantemente il loro tenore di vita a causa della bassa crescita economica del Paese dopo le manovre “lacrime e sangue” di Monti. Per la prima volta al termine della legislatura il Paese è più povero di prima e la responsabilità dei governi, da Monti ad oggi, è pesante. Che la situazione economica del Paese sia deludente lo ha capito il ministro Padoan che recentemente ha detto che ora occorre fare riforme “innovative”. Questo vuol dire che le riforme fatte in questi anni sono state insufficienti.

Fassino e il Pd avevano già perso Torino perché guardavano solo la metà della città che sta bene e ora probabilmente perderanno la guida del Paese perché non ne hanno capito il grande impoverimento. Ecco perché, vista la impreparazione dei 5 Stelle e i risultati non brillanti dei governi a guida Pd, la parte centrale e moderata del Paese voterà il Centrodestra a partire da tutti quei moderati che hanno votato la Lista Monti o la Lista Giannino e che hanno visto i loro eletti cambiare di casacca più volte, appoggiando i governi di sinistra.

Ovviamente il Centrodestra dovrà cercare candidati credibili, che conoscano i problemi del Paese e che abbiano la capacità di fare le riforme “innovative” di cui il Paese ha realmente bisogno per rilanciare la crescita della economia e del lavoro. Riforme innovative che puntino al rinnovamento delle nostre aziende manifatturiere con la Manifattura 4.0, che taglino davvero la spesa pubblica e destinino il ricavato al taglio della pressione fiscale, che facciano una riforma radicale della burocrazia pubblica, che rilancino gli investimenti nelle infrastrutture strategiche e che riducano radicalmente i tempi della giustizia civile.

*Mino Giachino, già sottosegretario ai Trasporti, Forza Italia

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