La mia odissea in tangenziale

Le lunghe liste d’attesa per gli interventi chirurgici al Cto, migliaia di pazienti in attesa di una protesi d’anca e di ginocchio, hanno indotto la città della salute a stipulare una convenzione con l’ospedale di Biella, struttura moderna con 11 sale operatorie, tutte efficienti. Per questa ragione, alle 7,10 sono partito da Rivoli  diretto alla sala operatoria di Biella.

L’attività chirurgica comincia alle 8,45, mi sembrava che partire alle 7,10 potesse essere sufficiente a percorrere 85 km complessivi, quasi tutti di autostrada. Mi sono incanalato a Cascine Vica e mi sono trovato immerso nella solita follia che ogni mattina riguarda la tangenziale di Torino.

Per percorrere i 5 km fino a Venaria è stata necessaria un’ora di tempo. Mentre in coda pensavo al ritardo con il quale sarei arrivato in ospedale, mi immaginavo che per giustificare una coda così, probabilmente, c’era stato un grosso incidente e mi preoccupavo dei feriti.

Quando sono arrivato tra Rivoli e Collegno all’altezza del blocco, ho visto che si trattava di un pullman che forse era andato fuori strada e la cui presenza nelle corsie di emergenza intralciava il traffico.

Poi, però, ho guardato anche nel senso opposto della tangenziale e la situazione era uguale, quindi non si trattava di un pullman incidentato, ma di quella che è la situazione abituale della tangenziale.

A Venaria, finalmente, dopo un’ora di coda, il traffico si è diradato e la mia Giulietta poteva dispiegare tutti i suoi cavalli per raggiungere l’ospedale (naturalmente rispettando i limiti di velocità!).

Bellissima la Torino– Milano in quel tratto, poco traffico, tre corsie, una meraviglia. Sono arrivato a Biella alle 09.10, sperando che l’anestesista avesse perso un po’ di tempo per addormentare il paziente. Ho parcheggiato nel bellissimo parcheggio (non ci sono le strisce blu) dell’ospedale, ed entrando ho anche sentito le note del pianoforte che è posizionato nel magnifico atrio dello stesso.

Mentre mi lavavo per operare ho capito perché da questa parte del Piemonte vanno tutti in Lombardia per farsi curare: si arriva prima e non ci sono liste d’attesa, ho pensato che magari i chirurghi del futuro potranno con lo stesso tempo di percorrenza, grazie all’Alta velocità, andare ad operare a Lione.

Intanto avremo completato l’Asti-Cuneo, com’è giusto che sia, perché i lavori cominciati vanno anche finiti, e se dovesse piovere molto a Ivrea, con i lavori che avremo realizzato per il nodo idraulico, forse l’autostrada non si allagherà.

* Nino Boeti, vicepresidente Consiglio regionale Piemonte

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