Digiuno per lo Ius soli

Da ieri ho cominciato uno sciopero della fame a oltranza, insieme a Luigi Manconi, per chiedere che venga votata dal parlamento la legge sullo Ius Soli. Su questo argomento le Istituzioni piemontesi hanno fatto molto per portare all’attenzione dell'opinione pubblica e dei Parlamentari la necessità di procedere e approvare la legge. Eppure, quel che sarebbe potuto accadere ancora non è accaduto.

Lo sciopero della fame non è un ricatto, è un'azione nonviolenta che spinge il Parlamento a scegliere, a fare il suo mestiere di approvare o respingere le leggi. Non affrontare il tema è una scelta ipocrita di comodo che giudico non corretta. Trovo francamente inaccettabile che non si provi a portare a termine questo percorso che, a dirla tutta, non c'entra nulla con l’immigrazione, gli sbarchi, la paventata invasione, malgrado la valanga di disinformazione che abbiamo sentito in questi ultimi mesi. Si tratta di un semplice provvedimento di ragionevolezza che favorisce integrazione e convivenza di ragazzi e  bambini che già oggi vivono in tutto e per tutto come - e con - chi la cittadinanza italiana ce l’ha.

I discorsi di chi dice: “Devono conquistarla!” “Devono meritarla” non sono pertinenti dato che parliamo di un testo di legge che prevede l’estensione dei casi di acquisizione della cittadinanza per nascita con l’introduzione di una nuova forma di acquisto della cittadinanza a seguito della frequenza positiva di un percorso scolastico (il cosiddetto ius culturae). Parliamo, ad esempio, di chi deve aver regolarmente frequentato per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione o percorsi di istruzione e formazione professionale triennali o quadriennali idonei al conseguimento di una qualifica professionale.

Chi grida al tema della sicurezza dovrebbe essere d’accordo con noi a favorire l’integrazione, a partire proprio da chi nei fatti integrato lo è già. Se in questa settimana il Parlamento non troverà la forza e il coraggio di fare l’ultimo passo necessario, se non ci sarà un colpo di reni nello sprint finale, rischiamo invece di rimandare nel dimenticatoio per anni questa legge, favorendo minore integrazione e maggiore emarginazione, che sono i principali elementi che creano insicurezza e aumento della criminalità.

Dato che nella mia storia politica ho imparato a non mollare fino all’ultimo e che la battaglia ancora non è persa, invito molti altri a unirsi a noi per non consentire che sullo Ius Soli scenda il silenzio.

*Igor Boni, Direzione nazionale Radicali Italiani

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