Se lo Stato complica la vita

È di questi giorni la notizia per la quale su specifica interrogazione del Ministero della Salute verso il Consiglio di Stato, in merito all’utilizzo di sacchetti di plastica ultraleggeri utilizzati per i prodotti alimentari, il Consiglio di Stato si sia espresso favorevolmente sull’eventualità che il consumatore si porti il sacchetto sopra citato da casa senza necessariamente usufruire di quelli dell’esercizio commerciale in cui si sta effettuando la compravendita di generi alimentari. Si badi i sacchetti che si intendono utilizzabili, seppur portati dal cliente, devono risultare oltre che idonei con la normativa vigente anche non usati.

Ebbene senza tediare alcuno con riferimenti normativi e direttive europee al riguardo, nonostante che per filosofia di concezione risultino corretti, dato che intraprendono il percorso dell’abbattimento delle plastiche in commercio, si viene a creare l’ennesimo “stato confusionale” tra il venditore e l’acquirente di generi alimentari.

Resta doveroso ricordare che qualsivoglia attività di vendita di generi alimentari deve sottostare correttamente a delle procedure permanenti basate sui principi del sistema HACCP e seppur in parte venisse meno il controllo di detto sistema la responsabilità penale sarebbe in toto di chi è stato preposto al controllo del sistema stesso. Ora vogliamo immaginare all’interno di un supermercato o di un banco della frutta al mercato sottocasa o anche del negozio di vicinato di alimentari che debba giocoforza verificare che il sacchetto del cliente non è di “seconda mano,” come tali operazioni siano un dispendio economico con una rilevanza giudiziaria importante e che dette azioni contribuiscano in maniera negativa nel sensibilizzare ad un corretto e parsimonioso uso delle plastiche.

Sebbene le filosofie dei regolamenti trattati per arrivare ad una decisione da parte del Consiglio di Stato siano condivisibili, stiamo assistendo all’ennesimo allontanamento dei cittadini da quella che si può definire la cosa pubblica. Non paghi dell’introduzione dell’obbligatorietà del pagamento del sacchetto di plastica ultraleggero per alimenti come definito dal comma 5 della norma nazionale, si badi la normativa europea di riferimento non prevede il pagamento obbligatorio, si tenta di complicare la vita ai commercianti di generi alimentari, dando loro l’ingrato compito di verificare l’idoneità del sacchetto ultraleggero che casomai il cliente si portasse da casa e se questa aggiunta di controllo può essere evasa più agevolmente dalle grandi strutture, stante il numero di addetti presenti, si pensi alle piccole e medie aziende alimentari che avranno un aggravio economico temporale del lavoro svolto. Auspicando che vi sia una celere formazione del governo da parte del presidente Mattarella, in modo tale da sistemare e semplificare all’interno di una corretta vigilanza sui generi alimentari, il lavoro di centinaia di piccoli imprenditori nel ramo alimentare i quali hanno e sentono il bisogno di un aiuto nel percorso di una sicura semplificazione e non nell’ennesima burocratizzazione del lavoro svolto.

*Gian Carlo Locarni, responsabile nazionale dipartimento ambiente Lega

print_icon