Ecco perché ci vogliono i collegi
Lido Riba* 15:52 Lunedì 23 Luglio 2018 1
L’Uncem Piemonte, preoccupata per il sempre più evidente distacco delle popolazioni montane dalla politica, con le inevitabili conseguenze sul piano elettorale, ha già riproposto alla Regione Piemonte la discussione del pdl a suo tempo presentato da cinque Comuni, con l’adesione di altri duecento, per rimodulare il sistema elettorale sulla base di 50 collegi uninominali.
La suddivisione del territorio piemontese in 50 collegi uninominali di circa 85mila abitanti o anche 40 di circa 109mila abitanti, se si vuole avere la riserva per il premio di maggioranza, nei quali collegi ogni forza politica propone un candidato, comporta il vantaggio enorme che tutti dovranno indicare persone conosciute, stimate e individuate dagli elettori come il proprio referente regionale.
Così si voteranno le persone, soprattutto le persone mentre con il sistema attuale si votano soprattutto i partiti. C'è una bella differenza!
Sergio Chiamparino nel comunicare la sua non ricandidatura (ad altri ed altre sedi il giudizio) sostiene – e in questo gli do ragione – la necessità di una profonda discontinuità (lui parla del Pd ma si tratta di tesi valide in generale) e di un radicale cambiamento di metodi e procedure nella selezione delle candidature. Condivido. Ma poi in che consisterebbe?
Propongo che si prenda in considerazione il sistema a collegi uninominali che rappresenta con il rinnovamento del metodo di selezione anche l'opportunità di far giocare un ruolo diretto e decisivo dagli elettori nella scelta dei loro consiglieri regionali.
Non cambia il numero dei consiglieri eletti da ogni provincia, ma cambia radicalmente il rapporto tra elettori ed eletti, altrimenti la “casta” (termine che non condivido ma si usa) cambierà forse i suoi componenti ma resterà sempre tale in quanto espressione “professionale” delle forze politiche (tutte!!) e non dei cittadini elettori.
Avendone la possibilità credo che il Piemonte dovrebbe ripensare opportunamente il suo metodo di “selezione della classe dirigente” affrontando, anche per questa strada, la sua profonda crisi e le esigenze di rinnovamento politico e istituzionale.
*Lido Riba, presidente Uncem Piemonte